Si è insediato il nuovo Consiglio
direttivo dell'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la
destinazione dei beni sequestrati e confiscati (Anbsc) alla
criminalità organizzata, nominato in attuazione dell'art. 111
del Codice antimafia, come è stato modificato dalla legge varata
nel novembre scorso che ne ha ampliato la composizione e
compiti.
Il nuovo Consiglio direttivo è presieduto dal Direttore
dell'Agenzia, il prefetto Ennio Mario Sodano, ed è composto da:
due magistrati, di cui uno designato dal Procuratore Nazionale
Antimafia, un rappresentante del Ministero dell'Interno, due
esperti in gestioni aziendali e patrimoniali ed un esperto in
materia di progetti di finanziamenti europei e nazionali.
L'ANBSC ricorda che ha avviato una profonda riorganizzazione,
sta definendo il calendario di 11 Conferenze di servizi per
l'acquisizione di manifestazioni d'interesse alla destinazione
di quasi 2.500 beni e sta portando avanti un complesso di
iniziative finalizzate al miglioramento delle gestioni
aziendali.
Nei giorni scorsi il prefetto Sodano ha reso noto che sono
30.360 gli immobili e 3.784 le aziende sequestrati o confiscati
nel nostro Paese, destinati o da destinare, per effetto della
normativa per il contrasto della criminalità organizzata. Al 31
dicembre 2017 sono stati oltre 13mila gli immobili destinati: il
60% sono unità immobiliari, il 30% terreni. Oltre il 95% è
concentrato in 8 regioni, ai primi posti: Sicilia (40%),
Calabria (17%) e Campania (14%). Destinate oltre 870 imprese. I
beni da destinare, dati in gestione temporanea all'Agenzia, sono
oltre 17mila le aziende 2.900 con concentrazione nei settori
delle costruzioni, commercio e attività immobiliari.
L'Agenzia per i beni sequestrati e confiscati ha avuto una
importante riorganizzazione con il nuovo Codice antimafia
approvato alla fine dello scorso anno. L'ultimo Consiglio dei
ministri ha licenziato tra le altre cose due decreti di
attuazione del Codice Antimafia su due questioni delicate: la
soluzione dei possibili conflitti di interesse nella gestione
dei beni sequestrati (la cosiddetta "norma Saguto") e le misure
a sostegno delle aziende sane sottoposte a sequestro. Spetterà
alle nuove commissioni parlamentari e al nuovo esecutivo varare
definitivamente questi decreti attuativi.
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