"Le grandi opportunità di riscatto
che possono arrivare dal riuso dei beni confiscati sono evidenti
ma continuiamo a registrare grandi ritardi nell'adempimento
della legge che proprio il Governo avrebbe dovuto assicurare".
Così il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra.
"La recente legge di riforma del Codice Antimafia, fra le
altre cose - spiega Massafra - prevede di rafforzare gli
strumenti di governo e di sostegno per favorire il riutilizzo
dei beni sequestrati e confiscati e per ricollocare le aziende
sequestrate in un nuovo circuito di legalità produttiva e
occupazionale. Tra i capisaldi - sottolinea - vi è proprio il
potenziamento e la riorganizzazione dell'Agenzia Nazionale per i
Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata, che
dovrebbe passare a 200 dipendenti, e la costituzione dei
comitati permanenti presso le Prefetture al fine di un'efficace
gestione del fenomeno".
Il dirigente sindacale denuncia come "dopo la pubblicazione in
Gazzetta Ufficiale della Legge, lo Stato sta disattendendo i
compiti che questa gli assegna, ed è completamente assente nella
gestione operativa ordinaria". "Infatti - aggiunge - in numerose
situazioni, come quelle della ex Centralgas e della Vigoras
Serbatoi di Carini e quelle della Calcestruzzi Belice e della
Inerti nell'area industriale della Piana degli Albanesi, gli
stessi lavoratori, d'accordo con il sindacato e con le Centrali
Cooperative, hanno avanzato proposte e progetti di continuità
produttiva, purtroppo completamente inascoltati. Un silenzio che
sconcerta tutti: i lavoratori, le loro rappresentanze e le
comunità locali".
"Il Ministro degli Interni, fra l'altro, ha il preciso
compito di emanare le linee di indirizzo per la riorganizzazione
della ANBSC, l'Agenzia nazionale per i beni confiscati, e di
indirizzare i Prefetti per la costruzione dei Comitati
territoriali entro quattro mesi dall'approvazione della Legge,
ma ciò non è ancora avvenuto". Massafra ricorda infine che la
Cgil, insieme a Cisl e Uil, ha formalizzato al Ministro
dell'Interno due richieste di incontro per affrontare questa
situazione, richieste che non hanno ricevuto alcuna risposta.
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