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Metà aziende senza piano anti corruzione

Metà aziende senza piano anti corruzione

Emerge da Giornata nazionale contro corruzione in sanità

ROMA, 07 aprile 2017, 13:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La metà delle aziende sanitarie non ha un piano anticorruzione adeguato. L'analisi dei Piani anticorruzione di tutte le aziende sanitarie condotta da RiSSC rivela infatti che il 51,7% delle strutture non ha adottato dei Piani anticorruzione adeguati. Le Regioni con la qualità media dei Piani più bassa sono la Calabria e la Puglia. Questo quanto emerge da alcuni dati che sono stati presentati nel corso della Seconda Giornata Nazionale contro la Corruzione in Sanità. "I rischi più frequenti individuati dai responsabili anti corruzione delle Aziende sanitarie sono la violazione del sistema di gestione delle liste d'attesa, la segnalazione di decessi alle imprese funebri e i favoritismi verso i pazienti che provengono dalla libera professione" spiega Lorenzo Segato, direttore RiSSC e coordinatore della ricerca. "I rischi più elevati di corruzione riguardano la possibile falsificazione della sperimentazione clinica e l'iper prescrizione di farmaci", aggiunge. La notizia positiva è però che il Sistema si sta muovendo: secondo un'indagine condotta dal Censis sulla percezione dei responsabili della prevenzione della corruzione di 136 strutture il 96,3% delle aziende sanitarie ha già reso disponibili dei sistemi di raccolta delle segnalazioni di corruzione (whistleblowing) e il 44,4% lo ha fatto utilizzando delle piattaforme informatiche. Inoltre, il 79,4% delle strutture ha adottato i Patti di integrità, da sottoscrivere con le aziende che partecipano agli appalti e il 90,4% ha intrapreso percorsi di formazione rivolti al personale sui temi dell'etica e della legalità. Sono proprio la formazione e la sensibilizzazione dei dipendenti ad essere ritenute le misure più efficaci per contrastare la corruzione dal 51,9% dei responsabili della prevenzione, più dell'aumento dei controlli sulle spese (45,0%) e sulle procedure di appalto (37,4%): solo nelle Regioni del Sud i responsabili della prevenzione mettono al primo posto i controlli sulle spese.
   

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