Nei giorni scorsi la Prefettura di
Caserta ha deciso di togliere la protezione a Benedetto Zoccola,
vittima superstite della criminalità organizzata per aver
contribuito all'arresto e alla condanna dei capi della camorra
mondragonese. Zoccola ha subito due attentati dinamitardi per
cui ha riportato danni fisici seri e permanenti. Continua a
vivere a Mondragone con la sua famiglia e a 100 metri dalla sua
casa vive, agli arresti domiciliari, una donna da lui
denunciata. Togliergli la vigilanza fissa di fronte
all'abitazione e l'auto blindata, di cui non dispone già da un
po', significa metterlo seriamente in pericolo di vita. Per
questo ho presentato un'interrogazione urgente al ministro
dell'Interno". Lo dice il senatore Franco Mirabelli,
vicepresidente del gruppo del Pd.
"La donna che vive accanto alla sua casa e che lui ha
denunciato - prosegue Mirabelli - è oltretutto figlia di un noto
delinquente della zona, uscito da un paio di mesi dal carcere
per reati associativi dopo aver scontato una pena di 27 anni.
Nel mese di dicembre 2017 è stata recapitata a Benedetto
Zoccola, con mittente falso, una lettera nella quale un detenuto
spiegava che gli esecutori dell'attentato bomba subito da
Zoccola sono liberi e vivono nel suo stesso paese. A Pasqua sono
stati gettati di fronte alla sua casa volantini da una moto, con
gli 'auguri' di Leone Gennaro Lisitano. Benedetto è tutt'ora
impegnato nelle battaglie contro la camorra e a denunciare le
illegalità in quella terra difficile. Nessuno ha avvertito
Zoccola che gli sarebbe stata tolta la protezione, né sono state
chiarite le ragioni. Noi chiediamo di ripristinare, con
immediatezza, la protezione fissa davanti all'abitazione per
tutelare sia lui e la sua famiglia e che gli venga garantita
l'auto blindata per gli spostamenti. Pensiamo sia un atto dovuto
per lo Stato compiere ogni sforzo possibile per garantire la
protezione e gli aiuti nei confronti di tutti coloro che abbiano
messo e mettono sé stessi in pericolo in nome della legalità e
dello Stato".
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