Albero della Vita, simbolo che rimane

Sarà nel tempo la Tour Eiffel di Milano

Redazione ANSA MILANO

(ANSA) - MILANO, 29 OTT - Ogni esposizione universale ha il suo simbolo. Se la Tour Eiffel a Parigi, costruita per l'Expo del 1889, è diventata uno dei monumenti più conosciuti del mondo, all'esposizione di Milano è l'Albero della Vita l'opera destinata a rimanere. Non solo nel cuore dei visitatori che per sei mesi hanno ammirato i suoi spettacoli di luci, suoni e colori, ma anche fisicamente al centro della Lake Arena di fronte a Palazzo Italia. Realizzato dal consorzio di imprese 'Orgoglio Brescia' e ideato dal creativo, Marco Balich, che ha curato anche la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Torino del 2006, l'opera simbolo di Expo è una installazione interattiva alta 35 metri, in acciaio e larice e 7 chilometri di Led. L'Albero della vita il più ammirato e fotografato dai visitatori arrivati da tutto il mondo rimarrà ad Expo, sul sito espositivo anche al termine dell'evento. Dopo mesi di ipotesi sulla sua futura collocazione a pochi giorni dalla fine di Expo è stato annunciato che rimarrà dov'è, per poi riprendere probabilmente nella primavera del 2016 i suoi spettacoli. Nel frattempo, quando Expo tornerà ad essere un cantiere per lo smantellamento, sarà protetto con la manutenzione, insieme a Palazzo Italia e al Padiglione Zero, gli altri due simboli dell'esposizione milanese. In sei mesi 14 milioni di persone hanno assistito ai suoi spettacoli, i due terzi dei visitatori. E l'hashtag #alberodellavita ha superato per numero di citazioni sui social network quello dell'albero di Natale. L'autore della colonna sonora dell'albero è del compositore milanese, Roberto Cacciapaglia. Un successo che è diventato planetario, tanto che in diversi Paesi hanno richiesto modelli simili, che richiamino nella tecnologia e nella parte artistica il "fratello italiano".

Hanno richiesto strutture simili i Paesi del Golfo, la Cina e uno dei Paesi 'stan', come ad esempio il Kazakistan o l'Uzbekistan. L'Albero della Vita è stata una delle opere più travagliate di Expo, si è anche temuto di non realizzarla. Alla fine l'opera è stata realizzata grazie al Consorzio che riunisce 19 imprese bresciane, a Pirelli e alla Coldiretti che sono state sponsor dell'opera per i sei mesi espositivi. (ANSA).

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