(ANSA) - MILANO, 25 MAG - Almeno un piatto Made in Italy su
quattro deriva da ricette degli antichi romani. E' quanto stima
la Coldiretti che, nel Padiglione di Expo a Milano da titolo 'No
farmers no partners', ha inaugurato la mostra dei 'Cibi più
amati dagli antichi romani'.
Fra i piatti che, secondo Coldiretti, si possono ricondurre
all'epoca romana, ci sono: le Lagane e tracta, le antenate delle
squisite tagliatelle alla bolognese, citate nelle Satire di
Orazio; la cassoeula dei milanesi, nota allora con il nome di
Pulmentarium ad ventrem; la porchetta di Ariccia, tanto cara ai
laziali, era già apprezzata dai loro antenati col nome di
Porcellum elixum farsilem; il pregiato Oxyporium, meglio
conosciuto come aceto balsamico.
Fra i cibi filo-rosso fra l'antichità e oggi ci sono anche,
secondo Coldiretti, il Garum, oggi noto come colatura di alici,
che Apicio annovera in quasi tutte le sue ricette nel 'De re
coquinaria'; ma anche i Basynias, gli antenati degli 'struffoli'
napoletani. Da Ateneo, continua Coldiretti, attraverso il
'Deipnosophistai' si viene a sapere che anche i Muscari, oggi
conosciuti come lampascioni, erano presenti tra gli antipasti
della gustatio. Ma tra i preferiti dagli antichi romani ci sono
il sidro di mele, molto amato da Giulio Cesare, il pangiallo,
meglio noto come pangiallo romano, il panigaccio (testum), che
oggi è molto diffuso in Lunigiana e che Catone, Apicio, Ateneo,
Plinio e Columella raccontavano.
E poi ci sono l'oliva tenera ascolana, i formaggi caciofiore
di columella e conciato romano e il Liquore d'Ulivi, utilizzato
dagli antichi romani come curativo. (ANSA).
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30 ott. 2015