(ANSA) - MILANO, 20 APR - In Asia, Sud America, Africa e
Australia troviamo i più grandi consumatori di insetti: oltre 2
miliardi di persone che mangiano 1.783 specie edibili tra
cavallette, formiche e grilli. Una specialità alimentare
apprezzata da circa 3mila gruppi etnici in 124 Paesi anche per
l'alto contenuto di proteine e vitamine del gruppo B. Ma se noi
umani cominciamo a mangiare insetti, loro da tempo sono
predatori dei nostri alimenti. Dal 10 al 20% del cibo del mondo,
infatti, viene perso per colpa degli insetti, e i danni più
gravi sono nelle aree più povere del Pianeta.
L'allarme arriva da Pio Federico Roversi e Valeria Francardi
del Centro ricerche agricoltura (Cra) per l'agrobiologia di
Firenze, che hanno stilato una sorta di atlante dei 'buoni' e
cattivi' negli insetti. Stando ai ricercatori, in Italia le
stime per difetto già parlano di circa 500 milioni di euro persi
dal settore agricolo per fattori diversi, insetti inclusi, per
mancata produzione in castagneti, oliveti, agrumeti. Senza
dimenticare l'apicoltura, costretta a convivere con la Varroa e
di recente con altri aggressori alieni come il piccolo
coleottero degli alveari e la vespa velutina.
I casi più recenti sono l'emergenza Xylella, che vede i
coltivatori salentini di ulivi in lotta contro l'insetto
'sputacchina', e l'attuale timore di attacco della Popillia
japonica ai pomodori della pianura Padana. Tuttavia, ricordano
gli esperti, esistono anche i 'buoni', e non sono solo quelli
edibili: "è folta la schiera di insetti senza i quali
scomparirebbero le mele, le arance, le ciliegie e le orchidee".
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