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Plastica in mare, tartarughe diventano indicatori

Progetto nel Mediterraneo su rifiuti mangiati da Caretta caretta

Redazione ANSA ROMA
(ANSA) - ROMA, 30 GEN - L'Italia partecipa con Francia, Grecia, Portogallo, Spagna, Tunisia e Turchia, al progetto europeo INDICIT (Implementation of the indicators of marine litter on sea turtles and biota in regional sea conventions and marine Strategy framework directive areas). Finanziato dall'Unione europea, nell'ambito dell'attuazione della Direttiva quadro sulla Strategia marina, ha l'obiettivo di mettere a punto una metodologia per rendere operativo l'indicatore sulla quantità dei rifiuti marini ingeriti dalla tartaruga marina Caretta caretta e da altri animali marini.

La plastica rappresenta oltre l'80% dei rifiuti ritrovati in mare aperto e sulle spiagge. Le specie finora studiate sono state il fulmaro, un grosso uccello marino, per i mari del Nord Europa, e la tartaruga marina Caretta caretta per il Mediterraneo. L'ampia distribuzione geografica della specie, la presenza in differenti habitat e la caratteristica di ingerire i rifiuti marini fanno della Caretta caretta un buon indicatore per valutare l'impatto della plastica sulla fauna marina.

Come mostra il documentario sul progetto, "Marine litter impact on sea turtles", da oggi online, dopo un primo anno di analisi eseguite sulle tartarughe spiaggiate o frutto di cattura accidentale da parte dei pescatori, è emerso che oltre il 60% degli esemplari presentava plastica nell'apparato digerente.

Il ministero dell'Ambiente partecipa al coordinamento del progetto, nel quale sono coinvolti come soggetti attuatori l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e lo IAMC-CNR (Istituto per l'Ambiente Marino Costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche). (ANSA).

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