(di Diana Angela Formaggio)
"La priorità adesso è mappare la situazione e decidere come agire il più rapidamente possibile stabilendo dove merita recuperare, anche a scopo commerciale, il legno". È quanto suggerisce Marco Bonavia, consigliere nazionale del Conaf (Consiglio nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali) che non ha dubbi: "Dal punto di vista paesaggistico per ripristinare l'esistente ci vorrà un secolo, dal punto di vista ecologico la natura è più efficiente di noi e troverà un nuovo equilibrio".
Sul che fare per il futuro Bonavia - interpellato dall'ANSA - lancia l'allarme: "Per pianificare il dopo, con una corretta riforestazione, la variabile è il cambiamento climatico. Se quanto avvenuto in questo giorni accade ogni 50 anni è una cosa, se si presenta ogni 10 anni non siamo attrezzati. Certamente la multiscpecificità è l'opzione più sicura". Per non disperdere tutto il patrimonio boschivo che si è 'schiantato' è necessario "perimetrare il crollo con un volo fotogrammetrico - spiega l'esperto - e mandare squadre di terra per sgomberare, non solo meccanicamente, ma solo dopo una attenta valutazione sul rischio idrogeologico e la possibilità di diffusione degli insetti (l'ipstipografus). Non tutti i tronchi infatti vanno spostati, molti serviranno a costruire barriere per creare ostacoli al ruscellamento, e molti serviranno alla riproduzione".
L'obiettivo "non è quindi la rimozione dei tronchi perché da loro nascerà il nuovo bosco. La rinnovazione naturale va favorita come insegnano i paesi del nord Europa dove questi fenomeni avvengono, penso per esempio al sud della Svizzera a fine anni '90 quando è accaduto qualcosa di molto simile". Di sicuro "stimare oggi il danno provocato dall'abbattimento degli alberi nel Nord-Est è impossibile, parliamo di milioni di euro e non solo perché ci sono anche gli abeti rossi - spiega Bonavia - , ma per il patrimonio che è stato devastato". E se per il Veneto "è troppo presto per fare una stima, anche se è chiaro che si parla di milioni di euro, a Bolzano stimano già una perdita di 1,2 milioni, mentre a Trento la stima è di 1,5 milioni di euro". E gli abeti rossi il cui legno serve a produrre i preziosi Stradivari? "Qui il danno nel lungo periodo è gigantesco - spiega - del resto il valore del legno è già oggi superiore di 15-20 volte il valore al metro cubo".