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Spreco alimentare, dall'Enea un decalogo per contrastarlo

Dal negozio alla cucina, i consigli contro il cibo in pattumiera

Redazione ANSA ROMA

Contro lo spreco alimentare, che in Italia si quantifica in 145 kg a famiglia di cibo gettato ogni anno nella pattumiera, l'Enea ha stilato un decalogo di consigli e buone pratiche, dal carrello del supermercato al frigorifero. Il primo passo è cercare di valutare il quantitativo di cibo che può essere realmente consumato in un pasto medio, aiutandosi con la lista della spesa e controllando la data di scadenza degli alimenti. Importante è l'etichetta, se riporta informazioni su tecnologie o ingredienti che aiutano a limitare lo spreco alimentare. Il latte ad esempio può essere sottoposto a processi, come la microfiltrazione, che ne mantengono inalterate le proprietà estendendone notevolmente la 'vita sullo scaffale', e alcuni prodotti come biscotti, grissini, fette biscottate vengono arricchiti con aromi di origine vegetale estratti con processi sostenibili che prevengono l'irrancidimento in modo naturale.

Nello scegliere gli alimenti, prosegue il decalogo, è buona norma privilegiare i prodotti che riportano come smaltire la confezione, in modo da ridurre la quantità di indifferenziata nell'immondizia. Gli esperti suggeriscono poi di preferire il biologico, in quanto l'agricoltura bio riduce i consumi energetici di agricoltura e industria alimentare di almeno il 25%, consente di ridurre le emissioni di CO2 e non inquina le falde acquifere perché non impiega fertilizzanti e fitosanitari di sintesi.

Fin qui il supermercato. Una volta a casa, è bene fare attenzione alla preparazione delle vivande con alcuni accorgimenti per migliorare la conservazione dei cibi, come ad esempio condire l'insalata e le altre verdure solo al momento di servirle. In occasione delle feste, il consiglio è quello di usare le 'doggy bag': si può valutare se gli avanzi possono essere consumati a breve, e invitare gli ospiti a portare con loro parte di cibo che è rimasto. Gli esperti sfidano inoltre i titolari dei fornelli a creare nuove pietanze utilizzando gli avanzi con fantasia.

Se ciò che sta nella dispensa non può essere consumato, può comunque essere donato alle onlus che raccolgono gli avanzi di cibo 'buono' e lo redistribuiscono a chi ne ha bisogno. Infine, per il cibo che è avanzato, l'ultima destinazione deve essere la raccolta dell'umido, così almeno si si trasformerà in ottimo compost.

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