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Appello Ong ambientaliste a Ue per proteggere oceani

'Tutelato solo il 4% delle acque, completare rete Natura 2000'

Redazione ANSA ROMA

 Le Ong ambientaliste Oceana, Seas at Risk e Wwf esortano la Commissione europea a valutare con rigore l'azione degli Stati membri della Ue nella protezione dei propri oceani, e sollecitano i Paesi ad adempiere all'obbligo di tutela di quelle aree che ospitano le specie marine più a rischio in Europa. L'appello arriva alla vigilia dell'incontro dell'Ue, il primo in sei anni, per identificare - spiegano le associazioni - le lacune che devono essere colmate legalmente nella rete Natura 2000 delle aree protette nelle acque dell'Atlantico, della Macaronesia (arcipelaghi dell'oceano Atlantico settentrionale al largo delle coste africane che fanno parte di Portogallo, Spagna e Capo Verde) e del Mediterraneo.

La rete Natura 2000, istituita dalle Direttive europee Natura, è il principale strumento per la protezione delle specie e degli habitat in tutta Europa. A 24 anni dalla sua istituzione, sottolineano gli ambientalisti, le aree marine protette da Natura 2000 coprono solo il 4% delle acque, una percentuale molto inferiore all'obiettivo del 30% che gli scienziati a livello internazionale considerano necessario per mantenere il mare in salute a lungo termine.

"Il completamento della rete marina Natura 2000 è atteso da troppo tempo per garantire che la biodiversita' sia protetta per le generazioni future e che le specie e gli habitat a rischio possano riprendersi dalla pressione crescente del cambiamento climatico e dall'eccesso di pesca", afferma Lasse Gustavsson, direttore esecutivo di Oceana in Europa.

L'incontro sarà incentrato in particolare su quegli Stati membri carenti nella protezione delle specie minacciate, come i tursiopi e le tartarughe Caretta caretta, e degli habitat a rischio, come scogliere e banchi di sabbia. Tra i Paesi più in ritardo, stando agli ambientalisti, ci sono Cipro, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna e Slovenia. 

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