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Per target Ue su clima serve stop a diesel e benzina entro 2030

Studio, occorre anche fermare le vendite di auto ibride nel 2035

Redazione ANSA ROMA

ROMA - L'Europa deve fermare le vendite di auto diesel e a benzina entro il 2030 per poter raggiungere i suoi target climatici ed avere qualche possibilità di limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali. Lo sostiene un'analisi del Centro aerospaziale tedesco (Dlr) commissionata da Greenpeace.

Per avere il 50% di probabilità di riuscire a contenere il riscaldamento terrestre a 1,5 gradi, le auto a benzina e diesel dovranno uscire dalle concessionarie al massimo nel 2030, seguite dalle ibride plug-in nel 2035. I veicoli con motorizzazioni tradizionali, inoltre, dovranno essere banditi dalle strade a metà degli anni Quaranta, e gli ibridi nel 2050.

Gli esperti offrono anche la ricetta per avere il 66% di probabilità di non sforare gli 1,5 gradi di aumento del termometro mondiale: stop alle vendite di auto a benzina e diesel nel 2025; alle ibride nel 2028.

Il rapporto - evidenzia Greenpeace - chiarisce anche che il numero delle auto a benzina e gasolio circolanti sulle strade europee dovrà ridursi dell'80% entro il 2035 e che, a meno di politiche attive e drastiche che anticipino ulteriormente la scomparsa dei veicoli 'fossili', le auto con motori a combustione interna rimarranno tra le flotte europee fino ai primi anni Quaranta.

"Il phase out dei motori 'fossili', alimentati con i derivati del petrolio, non solo avrà effetti positivi per il clima ma aiuterà significativamente a ridurre la crisi sanitaria che viene dall'inquinamento atmosferico, migliorando la nostra qualità della vita", osserva Andrea Boraschi, responsabile della campagna Trasporti di Greenpeace Italia.

Garantire che la vendita di auto "a petrolio", incluse le ibride convenzionali, abbia termine entro il 2028 chiede ai governi europei l'organizzazione Greenpeace, che invita ogni Paese a "fissare un'opportuna data di phase out e adottare una cornice normativa vincolante per decarbonizzare in modo veloce e radicale il settore trasporti".

Nello studio si delineano due scenari futuri sullo stop alla vendita di auto con motorizzazioni tradizionali, allo scopo di riuscire a contenere il riscaldamento terrestre a 1,5 gradi centigradi come auspicato nell'accordo di Parigi sul clima. "Molte case automobilistiche sono ancor oggi disperatamente aggrappate al motore a combustione interna. Tuttavia, se queste imprese vogliono conservare le loro quote di mercato, dovranno spostarsi velocemente verso nuovi modelli di business, investendo sull'auto elettrica e verso servizi di mobilità condivisa", ha dichiarato il responsabile della campagna Trasporti di Greenpeace Italia, Andrea Boraschi. "Questo richiederà nuove norme e nuovi investimenti per sviluppare veicoli elettrici economici, più piccoli e con consumi di energia ridotti".

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