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Corte Conti Ue, falliti programmi per rinnovabili innovative

Modesti risultati di fondi da 3,7 mld per progetti dimostrativi

Redazione ANSA BRUXELLES

BRUXELLES - I due programmi europei per lo sviluppo di soluzioni commerciali per energie rinnovabili innovative e per il sequestro di carbonio, varati nel 2009 con obiettivi di spesa complessivi di 3,7 miliardi di euro (1,6 da bilancio Ue), non hanno raggiunto i risultati previsti. E' l'analisi dell'ultimo rapporto della Corte dei Conti Ue, con audit svolti in Germania, Spagna, Olanda, Polonia e Regno Unito.

Un basso livello di interesse nei Paesi membri, la crisi economica che ha ridotto la propensione agli investimenti e il crollo del prezzo delle quote di CO2, hanno contribuito a far sì che solo uno dei sei progetti dimostrativi previsti per la tecnologia del sequestro di carbonio fosse realizzato. Secondo il rapporto ha dato invece risultati positivi l'utilizzo dei fondi per lo sviluppo dell'eolico off-shore. 

Fra il 2008 e il 2017, sono stati stabiliti valori-obiettivo ambiziosi, ma, a detta della Corte, il sostegno fornito dall’Ue a progetti di dimostrazione ha raggiunto traguardi modesti in termini di progetti realizzati e di risultati. Per raggiungere i propri obiettivi, è necessario che l’Ue adatti il nuovo fondo per l’innovazione.

Nell’ambito dell’accordo di Parigi del 2015, l’Unione europea si è impegnata a ridurre le emissioni di gas serra almeno del 40 % entro il 2030, cercando al contempo di realizzare un’economia a basse emissioni di carbonio entro il 2050. “L’UE si sforza di porsi come leader mondiale nella lotta al cambiamento climatico”, ha dichiarato Samo Jereb, il Membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione. “Per poter raggiungere i propri obiettivi, deve saper trarre insegnamento dai fallimenti del passato, progettare migliori meccanismi per fornire sostegno alle tecnologie innovative a basse emissioni di carbonio e garantire la piena rendicontabilità per le risorse pubbliche utilizzate per far fronte a questa sfida”.

Entrambi i programmi – osserva la Corte – hanno risentito di condizioni di investimento avverse. L’incertezza delle strategie e dei quadri normativi ha ostacolato o ritardato i progressi di molti progetti innovativi nel campo delle energie rinnovabili e della cattura e dello stoccaggio del carbonio. La relazione pone inoltre in evidenza il ruolo fondamentale svolto dai prezzi di mercato del carbonio, volatili e inferiori alle previsioni, dopo il 2011 nel fallimento della diffusione delle tecnologie di cattura e di stoccaggio. La Corte ha riscontrato che l’architettura del programma NER300 ha limitato la capacità della Commissione e degli Stati membri di rispondere efficacemente al mutare delle circostanze. La selezione dei progetti e i processi decisionali erano complessi e altre caratteristiche progettuali hanno limitato la flessibilità del programma. La Corte osserva che occorre migliorare considerevolmente il coordinamento per accrescere la coerenza e apportare maggior chiarezza. Essa esprime inoltre preoccupazione per la scarsa chiarezza delle disposizioni in materia di controllo finanziario e rendicontabilità per il programma NER300. I fondi per questo programma non sono transitati dal bilancio di previsione dell’UE e non sono iscritti nel bilancio dell’UE.

L’UE si sta preparando a varare nel 2021 il fondo per l’innovazione, per contribuire ad accelerare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Alla luce di quanto precede, la Corte raccomanda alla Commissione europea di:
• accrescere il potenziale per un efficace sostegno dell’UE a tali progetti;
• migliorare le procedure decisionali e di selezione dei progetti per il prossimo fondo per l’innovazione e garantirne la flessibilità nella risposta agli sviluppi esterni;
• rafforzare il proprio coordinamento interno per rendere più coerente e mirato il sostegno dell’UE;
• assicurare il rispetto dell’obbligo di rendiconto per il fondo di innovazione e il programma NER300.

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