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Ambiente: report Arpam Marche, migliora qualità acqua e aria

Assessori, risultati lusinghieri,ma si può fare sempre meglio

Redazione ANSA ANCONA
(ANSA) - ANCONA, 4 NOV - Migliora la qualità dell'aria e delle acque delle Marche con performance decisamente positive riguardanti la balneazione marina e dei laghi interni nel periodo estivo appena trascorso. Ad attestarlo sono i dati dell'Arpam, illustrati in un incontro stampa ad Ancona dal direttore tecnico-scientifico Giorgio Catenacci, assieme al direttore generale Giancarlo Marchetti e all'assessore regionale all'Ambiente Angelo Sciapichetti. I dati sull'aria nel quadriennio 2015-2018 rilevati da due stazioni mobili e 17 fisse (dotate di 93 analizzatori), mostrano una situazione complessivamente buona con un trend d'inquinamento in diminuzione rispetto a quello delle serie storiche precedenti.

In particolare nel 2018 i valori registrati di MP10, PM2,5 Biossido, Monossido di Carbonio, Benzene, Benzo(a)pirene e Metalli (nichel, arsenico, cadmio e piombo), non hanno fatto rilevare superamenti dei valori medi, anche se restano alcune preoccupazioni per la presenza di ozono, con valori critici nei mesi estivi, che però non hanno superato la soglia di allarme.

Ottime notizie anche sul versante delle acque balneabili, che vedono i 173 km del litorale marchigiano monitorati da 242 punti di prelievo, cui si aggiungono i nove bacini interni balneabili nei territori di Caldarola, Cingoli, Fiastra, Serrapetrona e Ascoli Piceno, per un totale di 2.250 campioni prelevati dalla fine di aprile al 30 settembre. Nell'estate 2019 hanno raggiunto per l'80% la fascia di 'eccellenza', e per oltre il 31% quella definita come 'buona'. Un primato stabile nel tempo confermato dal confronto con gli anni precedenti. Per quanto riguarda lo stato ecologico e chimico dei fiumi, sono stati presentati i risultati 2015-2017, basati sull'analisi di 185 corpi idrici fluviali per un totale di 124 stazioni di campionamento (106 quelle utilizzate nel triennio). Nell'83% dei casi i corpi idrici naturali vengono collocati dal punto di vista ecologico nelle classi 'buona' e 'sufficiente', il 17% in quella 'scarsa' e nessuno in quella 'cattiva'. I corsi d'acqua fortemente modificati sono invece solo per il 58% in classe 'buona' e 'sufficiente', per il 36% in classe 'scarsa' e per il 6% in quella 'cattiva', con un trend che peggiora scendendo dall'Appennino poco abitato verso la costa, caratterizzata da maggiori insediamenti. Lo stato chimico colloca invece i corsi d'acqua naturali in classe 'buona' per il 78%, ma la percentuale scende al 61% per quelli fortemente modificati. "Risultati lusinghieri - ha commentato Sciapichetti - soprattutto in merito alla balneazione, che se da un lato confermano la validità del percorso politico intrapreso, non ci impediranno di fare sempre di più e meglio". (ANSA).

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