Più della metà della popolazione degli Stati Uniti vive in città con aria pericolosamente inquinata: la salute di 166 milioni di persone è a rischio per via della maggiore probabilità di ammalarsi di cancro, di soffrire di attacchi d'asma, malattie cardiache e di problemi riproduttivi. L'allarme arriva dal rapporto "State of the Air 2016" della American Lung Association che ha misurato i due inquinanti atmosferici principali, l'ozono e le polveri.
Complessivamente la qualità dell'aria negli Usa è migliorata, nota l'associazione, ma il 52,1% degli americani vive in contee che sono ancora caratterizzate da livelli dannosi di ozono o smog. I ricercatori osservano inoltre un incremento nei picchi di breve termine delle polveri, anche per effetto dei cambiamenti climatici che stanno incidendo sui livelli di siccità e di precipitazioni.
Nelle classifiche delle città con la qualità dell'aria peggiore e migliore la maglia nera va alla città californiana di Bakersfield, sia per i livelli di particolato fine Pm 2.5 giornalieri che per quelli annuali. La megalopoli di Los Angeles invece è la peggiore per l'inquinamento da ozono, seppure con dei progressi rispetto alle precedenti rilevazioni. Solo quattro città, spiega il presidente e ceo dell'associazione Harold P.
Wimmer, possono fregiarsi dell'appellativo di "città più pulite" in tutte e tre le categorie e sono Burlington-South Burlington nel Vermont, Elmira-Corning nello Stato di New York, Honolulu alle Hawaii e Salinas in California.
I cambiamenti climatici, sottolinea l'associazione, hanno aumentato le sfide per la tutela della salute pubblica: incendi, siccità, l'elevato uso di dispositivi a legna per il calore e il meteo stagnante hanno contribuito all'aumento del numero di giorni con picchi di particolato dannoso nel periodo 2012-2014.