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Australia approva mega-miniera carbone, rischi ambiente

Progetto include anche una linea ferroviaria ed espansione porto

Redazione ANSA SYDNEY

Dopo quasi sei anni di valutazioni di impatto ambientale, di cause legali intentate da ambientalisti e da proprietari tradizionali aborigeni e di ritardi burocratici, il governo laburista dello stato australiano del Queensland ha approvato tre concessioni minerarie alla multinazionale indiana Adani per l'estrazione di 60 milioni di tonnellate l'anno di carbone termico nel Galilee Basin, nell'entroterra dello stato. Il progetto da 21,7 miliardi di dollari australiani (14,6 miliardi di euro) include, oltre allo sviluppo della miniera, una linea ferroviaria di 189 km e una massiccia espansione del porto di Abbot Point prospiciente la Grande Barriera Corallina, che comporterà il dragaggio dei fondali.

Per gli ambientalisti la miniera è un disastro annunciato, in particolare per i rischi alla Grande Barriera Corallina, ma per la premier del Queensland Annastacia Palaszczuk la decisione di accordare le concessioni è venuta dopo "un esteso scrutinio del governo e della comunità". Controlli stringenti continueranno a proteggere l'ambiente e la Grande Barriera, ha assicurato.

"Parliamo di migliaia di posti di lavoro, 5000 durante la costruzione e altri 4000 nel pieno delle operazioni", ha aggiunto. "E' una decisione incredibile, specie ora che la Barriera sta subendo il più grave evento di sbiancamento dei coralli mai registrato", ha detto la direttrice dell'Australian Conservation Foundation, Kelly O'Shanassy. "Sappiamo che lo sbiancamento è causato dal riscaldamento globale e queste miniere lo aggraveranno". Secondo dati forniti dalla stessa Adani, nel corso delle sue operazioni la miniera e il suo carbone emetteranno più di 4,6 miliardi di tonnellate di CO2. Questo si aggiunge alle crescenti preoccupazioni per la minaccia alla Barriera da scarichi inquinanti in mare, come sedimenti, sostanze nutrienti e pesticidi, ha aggiunto O'Shanassy. "I ministri dell'Ambiente, federale e del Queensland, ostentano disperazione per lo stato della Grande Barriera Corallina, e allo stesso tempo danno il via alla più grande miniera di carbone della nazione" le ha fatto eco la portavoce di Greenpeace Australia, Shani Tager. "Proteggere la Barriera e approvare le concessioni minerarie del Galilee Basin sono cose diametralmente opposte, una esclude l'altra", ha aggiunto, ricordando i cattivi precedenti di Adani in India, dove il colosso minerario è stato associato a gravi distruzioni ambientali. Due cause legali contro la miniera sono ancora in corso, da parte dell'Australian Conservation Foundation e dei proprietari tradizionali aborigeni. E il progetto è già sotto la lente del Comitato Unesco per il patrimonio mondiale, che minaccia l'inclusione della Grande barriera corallina nella lista nera dei siti 'in pericolo'.

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