L'Europa, così come gli Stati Uniti, può dimezzare le emissioni di gas serra generate dalle automobili entro la metà di questo secolo, attraverso modifiche del sistema di trasporti - quanto viaggiamo, che veicoli usiamo e come sono alimentati - insieme a un cambiamento delle politiche, dei comportamenti alla guida e allo sviluppo di carburanti e fonti energetiche alternativi. È quanto sostengono i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Mit).
Stati Uniti, Europa, Giappone e Cina consumano oltre la metà del petrolio mondiale. Negli Stati Uniti, dicono gli studiosi, i miglioramenti tecnologici possono più che compensare l'aumento delle auto sulle strade e, da qui al 2050, ridurre l'uso di carburanti e le emissioni di gas serra fino al 50%. In Europa il numero delle auto crescerà di meno, e inferiori saranno anche i tagli possibili grazie all'innovazione tecnologica, ma la percentuale di riduzione complessiva è sui livelli di quella statunitense.
In Giappone il numero delle auto e il loro utilizzo sta diminuendo, per cui il contenimento dell'impatto dei trasporti sull'ambiente può essere maggiore di quello di Usa e Ue. In Cina, invece, il numero delle auto è in forte crescita, ma una riduzione di questo incremento, insieme a miglioramenti tecnologici sostanziali, potrà stabilizzare il consumo di carburante e le emissioni entro il 2040.
"Nel complesso abbiamo una notevole opportunità di ridurre gli impatti delle auto sull'ambiente e sul clima"; dice John Heywood del Mit. "Ciò richiederà un cambiamento importante verso veicoli più efficienti, inclusi quelli alimentati con fonti alternative, insieme a una riduzione della domanda di veicoli energivori, incentivata con politiche di sostegno. Fondamentale - conclude - è anche andare avanti nella ricerca, arrivando alle innovazioni tecnologiche necessarie a rendere possibile la transizione verso un sistema di trasporti davvero a basso tenore di carbonio".