Una bonifica quasi completata con oltre 780 milioni spesi che però rischia di essere inutile se non addirittura dannosa con il pericolo di compromettere quanto si è fatto finora. Così la relazione della commissione Ecomafie su Porto Marghera. Le macroisole (le barriere che servono a contenere gli inquinanti per evitare di contaminare la Laguna), completate al 94%, sembra siano una specie di colabrodo con dei varchi che lasciano passare infiltrazioni di acqua avvelenata. Per il restante 6% delle opere servirebbero 250 milioni.
La commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti, l'Ecomafie, ha infatti depositato la relazione di 53 pagine su Porto Marghera, che è un Sito di interesse nazionale, un Sin; la sua bonifica riguarda gli impatti ambientali e sanitari in seguito alle attività industriali della chimica. ''La situazione è abbastanza complicata - osserva il presidente della commissione Ecomafie, Alessandro Bratti - e se non si completano le opere e non si chiudono i varchi'', che lasciano lingue con un'apertura tra i 20 e gli 80 metri, ''si rischia di vanificare tutto quello che è stato fatto finora''.
Questo perché per Bratti, che definisce le opere di 'barriera' un ''colabrodo'', la Laguna ''nonostante i soldi spesi, continua ad essere inquinata''. Per completare le opere, pari al circa il 5% del totale, servono 250 milioni che sono più del 30% di quanto finora impegnato dallo Stato. Secondo la relazione ''se non verranno reperiti nuovi fondi per completare sia i marginamenti delle macroisole, sia il sistema di depurazione delle acque di falda'', rischia di andar ''disperso'' quanto è stato fatto finora dallo Stato. La suddivisione delle spese per realizzare le opere ancora incompiute è di competenza del Provveditorato interregionale per le opere pubbliche con 100 milioni, della Regione circa 80 milioni e dell'Autorità portuale di Venezia (76.500 euro).
La spesa più alta per questa parte dei è dovuta al fatto che quanto rimane da completare presenta aspetti più complessi. Con 781 milioni impegnati si sono fatti 96,5 chilometri di barriere; quelli che rimangono sono circa 3,5 km. Tra gli altri punti toccati dalla relazione, quello dei controlli che si sarebbero dovuti fare sia sul sistema di assegnazione dei subappalti da parte del Consorzio Venezia Nuova relativi al Mose e alle bonifiche, sia sui corrispettivi alle imprese subappaltatrici, e sia dei collaudi.