Quotidiano Energia - Gli assessori dell’Industria e della Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna hanno approvato congiuntamente le “Linee guida per la regolamentazione e l’incentivazione dello sfruttamento delle risorse finalizzate alla realizzazione di impianti a bioenergie in Sardegna”.
Partendo dalla analisi della diffusione di tali tecnologie nell’isola e dai relativi studi sulle emissioni in atmosfera, il provvedimento mira a “fornire indicazioni utili alla regolamentazione e valorizzazione dell’utilizzo delle bioenergie disponibili”.
Per quanto riguarda gli impianti di maggiori dimensioni operativi in ambito terziario o industriale, i dati puntuali raccolti permettono di individuare 34 centrali in esercizio alimentate a biomassa, la cui potenza media è pari a circa 1,3 MW per il settore industriale (27 impianti) e a 140 kW per quelli del settore terziario pubblico e privato (7 impianti).
Da quanto analizzato, si legge nelle linee guida, “appare che il potenziale ancora da sfruttare sia quello relativo al biogas”. L’indirizzo generale “è pertanto quello di valorizzare prioritariamente il biogas, anche nella forma del biometano, rispetto ai bioliquidi e alle biomasse per le quali si deve puntare a ridurre al massimo le importazioni valorizzando le filiere corte autoctone e ad efficientare il parco impianti esistente”.
Gli assessori Lampis e Pili, riporta una nota, concordano sull’incentivazione di determinate forme di recupero e valorizzazione delle risorse, attraverso la premialità per gli operatori che sottoscriveranno accordi di ritiro dedicato alla valorizzazione energetica della biomassa da scarti di lavorazione, e sui contributi per la realizzazione di strutture logistiche asservite al recupero e alla valorizzazione della biomassa residuale.
Tra le tipologie di impianti pilota finanziabili rientrano quelle di tipo cogenerativo con teleriscaldamento situate in aree industriali e in prossimità dei centri urbani, le colture di micro-alghe o oleaginose per produzione di biocarburanti, e gli impianti di teleriscaldamento asserviti ad edifici di pubblica fruizione anche in presenza di offerta energetica termica di tipo privato.
Saranno infine da individuarsi come ottimali gli studi finalizzati all’individuazione di condizioni infrastrutturali e contrattuali favorevoli ad accordi di filiera per la produzione di energia termica da biomassa legnosa e di biocarburanti da colture dedicate di aree marginali. Promuovibili anche i regolamenti di gestione delle aree industriali e artigianali rivolti a favorire e/o ad incentivare la produzione di energia da biomassa preferibilmente residuale, nonché i regolamenti urbanistici comunali atti a favorire con i necessari limiti e condizioni la localizzazione degli impianti termici a biomassa in prossimità dei centri urbani.