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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Green bond Ue a 271 mld €, ma “ora serve chiarezza”

Esma: “Rapida crescita di un settore che può contribuire a ridurre la volatilità dei mercati, evitare il greenwashing” (articolo di Quotidiano Energia)

Quotidiano Energia - I green bond in circolazione sul mercato Ue hanno raggiunto alla fine del 2019 i 271 miliardi di euro, grazie a un rapido aumento delle emissioni negli ultimi cinque anni sia da parte del settore pubblico che di quello privato. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto "Trends, Risks and Vulnerabilities" dell’Autorità europea di sorveglianza dei mercati finanziari (Esma), che registra l’emissione di green bond per 21 mld € in ciascun trimestre dello scorso anno, il 46% in più rispetto al 2018.

Se il mercato degli strumenti finanziari sostenibili era inizialmente appannaggio delle istituzioni pubbliche, nota Esma, il settore privato ha gradualmente accresciuto il suo peso e rappresenta adesso il 51% delle emissioni in circolazione, rispetto al 40% di due anni fa. Tuttavia, precisa l’Agenzia, i green bond corporate costituiscono oggi non più del 2% del totale dei bond emessi dalle aziende, sebbene tale percentuale era di appena lo 0,2% nel 2015.

Quanto al rendimento, il rapporto non evidenzia differenze significative tra bond “verdi” e convenzionali, mentre nel mercato azionario l’indice Esg Leaders 50 (che include le società ai primi posti in termini di rispetto dei criteri ambientali, sociali e di governance) ha avuto negli ultimi due anni un andamento migliore del corrispondente benchmark tradizionale.

E anche sul fronte della volatilità, l’indice Esg si è dimostrato “molto più stabile” dell’Euro Stoxx 50. Ne consegue, sottolinea Esma, che un maggiore ricorso ai principi Esg porterebbe a un mercato più orientato a strategie di lungo-termine e meno propenso a una profittabilità immediata, “la tendenza che iniziative politiche come il Piano di azione Ue per la finanza sostenibile cercano di limitare”.

Per dare ulteriore impulso al mercato dei gren bond e alla diffusione dei principi Esg, suggerisce il rapporto, bisognerebbe chiarire la definizione di “attività sostenibile” e migliorare gli standard di rendicontazione, in modo da garantire confrontabilità, affidabilità e tempestività e scongiurare il rischio di “greenwashing”. In questo senso, secondo l’Agenzia, un positivo contributo arriverà dal regolamento Ue sul sistema di classificazione delle attività economiche considerate ecosostenibili, la cosiddetta “tassonomia”.

Un ultimo dato fornito dal rapporto Esma riguarda la qualità del rating dei green bond in circolazione, che per il 75% circa hanno una classificazione “A” o superiore. Il livello maggiore di rating si riscontra nelle emissioni del settore pubblico, mentre le aziende tendono ad allineare le loro “obbligazioni verdi” alla media generale del settore corporate (principalmente “BBB” e “A”).