Quotidiano Energia - L’Italia è agli ultimi posti nella classifica delle risorse dedicate alla ricerca e sviluppo delle tecnologie energetiche pulite. In base al “Global Energy Innovation Index” dell’Information technology & innovation foundation (Itif), la Penisola è infatti al 14° posto della classifica dei 23 Paesi considerati, che include anche 8 “emergenti”.
L’indice del centro studi statunitense, che prende le mosse dall’iniziativa internazionale di R&S sulle tecnologie energetiche verdi “Mission Innovation”, mette ai primi posti – rispettivamente – Norvegia (punteggio 15,5), Finlandia (14,8) e Giappone (13,7), che “hanno messo in campo i contributi più significativi all’innovazione del sistema energetico globale in rapporto alle loro economie”. Norvegia e Finlandia, in particolare, “hanno investito in R&S per l’energia pulita più di quanto raccomandato dagli esperti”.
Al quarto posto dell’indice Itif figurano gli Stati Uniti con un punteggio di 13,3, nonostante l’intenzione di uscire dall’Accordo di Parigi. In termini assoluti, gli Usa sono il maggiore investitore in R&S per l’energia “green” con 6,8 miliardi di dollari nel 2018, una cifra superiore a quella impegnata da Cina e Giappone insieme. Considerando la ricerca energetica di base, gli Stati Uniti spendono più di tutte le altre 22 nazioni messe assieme.
L’Italia ottiene appena 9,2 punti. Il nostro Paese, infatti, pur avendo sottoscritto l’impegno di Mission Innovation a raddoppiare la spesa pubblica in R&S per l’energia pulita, investe oggi in termini assoluti meno di quanto non facesse nel 2015. In aggiunta, la Penisola dedica ancora un sesto degli investimenti totali in R&S energetica ai combustibili fossili.
L’indice Itif (disponibile in allegato) si sofferma anche sui sussidi ai fossili, che nel 2018 sono assommati in 7 nazioni (Cina, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Indonesia, India, Messico e Corea del Sud) a 171 mld $: una somma ben superiore ai 22,7 mld $ investiti dai 23 Paesi considerati in R&S per l’energia “green”.
“Senza una maggiore e più rapida innovazione energetica sarà impossibile centrare gli obiettivi globali di contenimento delle emissioni”, avverte Itif.