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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Fer, nel 2018 incidenza produzione sale al 39%

Rispetto al 35,1% del 2017. Per il 2019 onere in bolletta atteso in diminuzione a 11,5 mld €. Termoelettrico in calo di 15 TWh per la maggiore idraulicità, si attenua il nodo saturazione virtuale reti (articolo di Quotidiano Energia)

Quotidiano Energia - Nel 2018 sale l’incidenza della produzione rinnovabile sul totale nazionale.

A quanto emerge dalla Relazione Arera sullo “Stato di utilizzo e di integrazione degli impianti di produzione alimentati dalle fonti rinnovabili e di generazione distribuita”, infatti, la percentuale è passata dal 35,1% del 2017 al 39%, grazie a 114 TWh prodotti. Un dato ancora inferiore rispetto al picco del 2014 ma solo per effetto della minore idraulicità, comunque migliorata nel 2018 sull’anno prima. Tanto che come conseguenza della maggiore produzione idroelettrica, quella termoelettrica è scesa di 15 TWh.

Sotto questo profilo, i dati del rapporto (riferiti però al 2017, ultimo anno per cui sono disponibili i dati a consuntivo) evidenziano comunque un miglioramento del rendimento medio degli impianti termoelettrici rispetto ai valori del 2014, in contrasto con quanto avvenuto negli anni antecedenti. Ciò grazie al maggiore utilizzo degli impianti a ciclo combinato, che hanno un rendimento medio del 52,3% a fronte del 50% del 2014 e del 55% nel 2004, mentre il rendimento medio degli impianti termoelettrici diversi dai cogenerativi è pari a quasi il 42% nel 2017, a fronte del 38% del 2014 e del 41% nel 2004.

Tornando alle Fer, in termini di potenza efficiente lorda incidono nel 2017 per circa 53 GW, pari al 45,5% del totale nazionale, a fronte del 24% nel 2004. Le fonti aleatorie, in particolare solare ed eolico, impattano per più del 25% del totale installato nel 2017 e per quasi il 14% del totale prodotto nel 2018 (circa l’1% nel 2004).

Per quanto riguarda l’impatto in bolletta degli incentivi, si è passati dai 12,1 miliardi € del 2017 a circa 11,2 mld € per circa 63 TWh incentivati. Gli oneri complessivi ammontano a 11,6 mld considerando 0,2 mld delle fonti assimilate/impianti di cogenerazione abbinati al teleriscaldamento, 0,1 mld derivanti dal ritiro dedicato e scambio sul posto, e poco più di 44 mln dovuti alla frazione non biodegradabile dei rifiuti.

Per il 2019 la stima è di 11,5 mld, di cui circa 11 mld per l’incentivazione delle Fer.

Sul fronte connessioni, nel 2018 si è verificato un aumento dal punto di vista numerico (+5.700 richieste in media/bassa tensione e +318 in alta/altissima) e in termini di potenza, particolarmente rilevante per la AT/AAT (+16,8 GW) e più modesto per la BT/MT (+1.500 MW).

Appare poi “sempre più attenuato” il problema della saturazione virtuale delle reti (cioè della prenotazione della capacità di rete per la connessione non seguita dalla concreta realizzazione di impianti di produzione) in alcune aree del centro-sud. La potenza associata ai preventivi di connessione accettati e validi, sottolinea l’Arera, è attualmente pari a 44 GW (di cui 38,1 GW riferiti alla rete di trasmissione nazionale e quasi 5,9 GW riferiti alle reti di distribuzione) a fronte dei 150 GW del 2011.

Infine, i dati sui Sistemi semplici di produzione e consumo: a fine 2018 risultano censiti circa 787.000 Asspc per circa 16,7 GW installati e una produzione di circa 22,3 TWh.