Quotidiano Energia - “La sicurezza degli approvvigionamenti non può essere data per scontata”, perché “siamo legati alle leggi della fisica e ad impedimenti tecnici, aspetti non negoziabili”. E’ l’avvertimento degli amministratori delegati di 15 Tso europei - tra cui Luigi Ferraris di Terna – secondo i quali occorre un “forte coordinamento delle politiche energetiche nazionali” per evitare di mettere a repentaglio l’adeguatezza del sistema elettrico.
In una dichiarazione congiunta - che arriva nel pieno del dibattito sul phase-out del carbone e del nucleare in molti Paesi Ue e in vista del rinnovo dell’Europarlamento e della Commissione - i Tso si candidano a “svolgere la funzione di guardiani dell’adeguatezza di lungo-termine del sistema”, sfruttando le loro “conoscenze uniche e indipendenti del sistema elettrico per fornire suggerimenti informati alle autorità nazionali”. In questo senso, sostiene la dichiarazione, “è indispensabile fornire segnali di adeguatezza e di prezzo di lungo-termine al fine di anticipare al riduzione dei margini di sicurezza e stimolare appropriati investimenti”.
I 15 a.d. rilevano che gli operatori dei sistemi di trasmissione sono “strumentali al raggiungimento degli obiettivi della Cop 21” e si impegnano perciò ad “accelerare lo sviluppo delle reti indispensabile per la transizione”. Tuttavia, per far ciò “c’è bisogno di un forte impegno politico e un sostegno delle autorità sia nazionali che internazionali, procedure più semplici e innovative e soluzioni partecipative per l’accettazione delle nuove infrastrutture da parte del pubblico”.
Gli operatori ribadiscono poi la volontà di rafforzare la cooperazione, “investire in soluzioni innovative per migliorare l’agilità” (demand response, storage, strumenti digitali etc.) e “sviluppare la flessibilità del sistema per accogliere la generazione decentralizzata e promuovere nuove leve di efficienza energetica in stretto coordinamento on i Dso”.
La dichiarazione, non ancora ufficializzata poiché aperta all’adesione di altri Tso europei nell’ambito di Entso-E, è stata annunciata giovedì dall’a.d. di Rte, François Brottes, che in un’intervista alla “Reuters” ha sostenuto che le “chiusure di capacità di generazione prese a livello nazionale senza un ampio coordinamento con gli altri Paesi europei” potrebbe mettere a rischio il sistema elettrico del continente. “I Paesi stanno prendendo decisioni sulla loro capacità di produzione elettrica, come la chiusura di impianti a carbone o nucleari, spesso senza discuterne con gli altri”, ha stigmatizzato Brottes, avvertendo che “fare affidamento sulle interconnessioni per l’import non è più sufficiente, come dimostra il caso del Belgio”. Inoltre, ha ricordato il numero uno di Rte, “è più facile prendere decisioni sulla chiusura delle centrali piuttosto che avviare nuova capacità di generazione”.
La dichiarazione dei 15 a.d. (disponibile in allegato) è firmata – oltre che da Ferraris e Brottes - da Marius-Dănuț Carasol (Transelectrica), Gerhard Christiner (Apg), Rodrigo Costa (Ren), Klaus Kleinekorte (Amprion), Dragan Kujovic (Cges), Juan Lasala (Ree), Manousos Manousakis (Admie), Miroslav Obert (Seps), Chris Peeters (Elia), Manon Van Beek (Tennet) e Yves Zumwald (Swissgrid).