Quotidiano Energia - Si avviano verso il trilogo - al via a gennaio sotto la presidenza romena - gli inediti target europei per le emissioni CO2 dei camion. Al Consiglio Ambiente di ieri i Ventotto hanno trovato infatti un compromesso sugli obiettivi di riduzione al 2025 e al 2030 rispettivamente del 15% e del 30% (vincolante) rispetto ai valori del 2019, con la possibilità di una revisione nel 2022. Traguardi sostanzialmente allineati alla proposta della Commissione (-15 e -30% ) e meno stringenti rispetto a quanto indicato dall’Europarlamento (-20 e -35%).
Promosso dal Consiglio anche un sistema di penali per i costruttori che non centreranno gli obiettivi e un meccanismo di supercrediti attraverso cui rafforzare nel calcolo delle emissioni delle flotte il peso dei mezzi “zero and low emission” (Zlev). Esclusi in questo caso i bus, a differenza di quanto previsto da Bruxelles. A ciò si accompagnerà anche una metodologia di calcolo specifica di consumi ed emissioni.
“Dopo il recente accordo sugli stringenti target per le auto ora gli Stati membri appoggiano anche obiettivi molto ambiziosi per i camion”, commenta il segretario generale dell’Acea, Erik Jonnaert, secondo cui in ogni caso “ciò che si può fare con le auto non è un’opzione per i mezzi pesanti. I costruttori si impegnano per diminuire sempre di più le emissioni ma questo deve avvenire a un ritmo realistico, visto che non sarà possibile riuscirci solo con le tecnologie disponibili ad oggi”.
Parlando dei camion ad alimentazione alternativa, Jonnaert sottolinea che “resta aperta la questione delle infrastrutture di rifornimento e di ricarica, che non potranno crescere abbastanza nell’arco di pochi anni. Gli Stati membri devono essere consapevoli delle loro responsabilità in questo senso”.
Ancora, l’associazione dei costruttori denuncia che “i singoli produttori non potranno essere in grado di conoscere i propri specifici target prima del 2021”, considerando peraltro che “i camion che arriveranno nelle mani degli operatori nel 2025 sono già oggi in fase di sviluppo”.
“Per ridurre le emissioni di CO2 dei mezzi pesanti serve un contesto di supporto”, prosegue Acea. Ossia? “Essenzialmente vuol dire garantire la presenza di infrastrutture” per la ricarica elettrica e il rifornimento di Gnl, conclude Jonnaert, citando anche gli “incentivi per il rinnovo delle flotte" e una maggiore attenzione “alle necessità degli operatori e dell’industria europea”.