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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Ecobonus, dal 1998 attivati 292,7 mld € di investimenti

Il dato comprende le detrazioni per efficientamento e recupero edilizio. Il dossier di Servizio studi Montecitorio e Cresme. Senato, le commissioni X e XIII chiedono stabilizzazione misure al 2021

Quotidiano Energia - Dal 1998 al 2018 gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica hanno interessato 17,8 milioni di interventi, eseguiti su più del 57% delle abitazioni italiane stimate dall'Istat (31,2 milioni). In venti anni, dunque, queste misure hanno attivato investimenti pari a 292,7 miliardi di euro.


Sono alcuni dei dati contenuti nel dossier “Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell’impatto delle misure di incentivazione” elaborato da Servizio studi di Montecitorio e Cresme. Il documento aggiorna i rapporti sulle detrazioni fiscali di settore pubblicati tra 2013 e 2017, come richiesto dalla commissione Ambiente della Camera a ottobre. I principali risultati sono stati illustrati ieri dal presidente Benvenuto.

Nel dettaglio, il dato a consuntivo per il 2017 indica un volume di investimenti pari a 28.106 milioni di euro veicolati dal volano degli incentivi, di cui 3.724 mln per la riqualificazione energetica e 24.382 per il recupero edilizio. Positive le previsioni per il 2018 fatte sulla base delle dinamiche registrate nei primi otto mesi dell'anno, che indicano un volume di spesa complessivo superiore al 2017: 28.587 mln di euro, di cui 3.549 per la riqualificazione energetica e 25.038 per recupero edilizio.

Il dossier, disponibile in allegato, fornisce anche un’analisi territoriale sottolineando come ci sia “un maggiore utilizzo degli incentivi nelle regioni del Nord e del Centro rispetto a quelle del Mezzogiorno”, anche se proprio al Sud si registrano i maggiori tassi di incremento percentuale.

Gli investimenti veicolati dalle misure di incentivazione fiscale hanno “un rilevante impatto” anche sull'occupazione: 426.745 lavoratori nel 2018, dei quali 284.497 diretti e 142.248 nell'indotto.

Importante, in questa analisi, è il calcolo dell’effetto sulle finanze pubbliche delle politiche di incentivazione. Tra 1998 e 2018, secondo Cresme, si contano minori introiti dovuti alla defiscalizzazione per 137,3 mld di euro, un gettito fiscale e contributivo (in base alla legislazione vigente) per i lavori svolti pari a 110,8 mld di euro, con un saldo totale negativo in venti anni di 26,5 mld di euro.

“Considerando, però, che lo Stato incassa i proventi spettanti nell'anno di esecuzione dei lavori e distribuisce le detrazioni fiscali (il mancato gettito) nell'arco dei successivi dieci anni, l'introduzione di ulteriori elementi di natura finanziaria basati sull'attualizzazione dei valori precedentemente esposti modificherebbe il saldo generando un risultato negativo in venti anni di 2,6 miliardi di euro”.

Non solo, spiega il dossier. “Un ulteriore approfondimento che prende in considerazione, da un lato, i minori introiti per lo Stato legati agli interventi di efficientamento energetico (minori imposte sui consumi di energia) e, dall'altro, la quota di gettito derivante dai consumi e dagli investimenti mobilitati dai redditi aggiuntivi dei nuovi occupati”, determina un saldo positivo per le case pubbliche di 8,8 mld di euro.

Infine, allargando il campo della valutazione a tutti gli attori (Stato, famiglie e imprese), “si delineerebbe un saldo positivo per il sistema Paese valutabile in oltre 23,5 mld di euro”.

Come già rilevato nelle precedenti edizioni del dossier, “nella stima dell'impatto delle detrazioni andrebbero considerati ulteriori aspetti importanti, che allo stato attuale appare complesso quantificare”, come “emersione dei redditi e dell'occupazione irregolare, riduzione delle emissioni di CO2 prodotta dalla contrazione dei consumi energetici, valorizzazione del patrimonio immobiliare”.

Di ecobonus si sono occupate anche le commissioni Industria e Ambiente del Senato, nell’ambito della discussione sul Ddl bilancio (A.S. n. 981), approvando due rapporti sullo stato di previsione, rispettivamente, di Mise e Minambiente. In particolare, le commissioni hanno previsto due osservazioni quasi identiche in cui chiedono di valutare “l'opportunità di intervenire al fine di prevedere che la proroga, disposta dall'articolo 1 comma 40, delle detrazioni spettanti per le spese sostenute per gli interventi di efficienza energetica, ristrutturazione edilizia e per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, attualmente prevista per il solo anno 2019, venga estesa a tutto il triennio 2019-2021”.