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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Nucleare UK, anche Toshiba si ritira

Sarà dissolta la società che avrebbe dovuto realizzare 3,5 GW a Moorside. Rischio per le forniture elettriche del Paese

Quotidiano Energia - In base ai piani, la prima nuova centrale nucleare del Regno Unito sarebbe dovuta entrare in funzione quest’anno. E invece il faraonico piano atomico di Londra – cui inizialmente avevano aderito con entusiasmo una decina di grandi gruppi internazionali – è rimasto impantanato tra ritardi e defezioni. Ultima in ordine di tempo quella di Toshiba, che dopo essere rimasta orfana l’anno scorso del partner Engie ha ufficializzato oggi la fine della società di scopo NuGen, che con un investimento di 13-15 miliardi di sterline avrebbe dovuto realizzare tre reattori Westinghouse AP1000 per un totale di 3.500 MW nel sito di Moorside, in Cumbria.

Toshiba ha spiegato la decisione con la grave crisi finanziaria della società, che ha portato tra l’altro il gruppo giapponese a vendere Westinghouse al fondo Brookfield e ad annunciare sempre oggi la cessione del Gnl Usa. Secondo indiscrezioni, però, l’uscita dal nucleare britannico deriverebbe anche dalla Brexit.

Da NuGen si era già defilata See, vendendo nel 2011 la sua quota agli altri due soci, al tempo GdfSuez (ora Engie) e Iberdrola. Quest’ultima aveva poi lasciato il posto a Toshiba.

Le tedesche E.ON e Rwe si sono per parte loro ritirate nel 2012 da Horizon Nuclear Power, j.v. ora rimasta al terzo socio - Hitachi – che dovrebbe realizzare nei siti di Wylfa e Oldbury da 2 a 3 reattori Abwr da 1.300 MW ciascuno.

Infine, nel 2013 Centrica ha abbandonato i progetti di Hinkley Point e Sizewell a Edf, che dopo aver trovato un nuovo socio nella cinese Cgn conta adesso di generare il primo MW nel sito nel Somerset tra il 2025 e il 2027, ma solo grazie a un sussidio di 92,5 £/MWh che ha scatenato le ire degli ambientalisti e un ricorso alla Corte Ue (respinto) dell’Austria.

L’addio di Toshiba rappresenta un ulteriore scacco alla politica energetica del Regno Unito, che prevede il phase-out del carbone entro il 2025. “E’ una grande delusione e il crollo delle speranze di un ritorno dell’industria nucleare nel Paese”, ha commentato il presidente dell’associazione nucleare UK New Nuclear Watch Institute, Tim Yeo, mentre il sindacato Gmb ha accusato il Governo di non aver fornito a Toshiba il necessario sostegno. In ogni caso, ha stigmatizzato il segretario nazionale di Gmb, Justin Bowden, “dipendere completamente dalle società straniere per il fabbisogno essenziale di energia del nostro Paese è sempre stato irresponsabile”.