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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Tee, conto alla rovescia per i distributori

Convegno sull'efficienza all'Università Sapienza

Quotidiano Energia - Lunedì è arrivato l’annuncio del dirigente Mise, Mauro Mallone: l’intento del ministero è di varare il decreto con i correttivi sui Tee per metà aprile. Un annuncio molto atteso da tutti i soggetti coinvolti, riuniti alla Facoltà di ingegneria della Sapienza di Roma per fare il punto della situazione con gli esponenti del Gruppo di lavoro Efficienza dell’Osservatorio sulla regolazione. Ma a fremere sono soprattutto i distributori, in particolare del gas. Che con i prezzi dei certificati bianchi schizzati a 480-500 € (sebbene oggi stiano già calando visibilmente probabilmente per effetto dell'annunciato decreto, chiudendo a un prezzo medio ponderato di 350,10 €) lamentano ingenti perdite, visto che il rimborso tariffario dell’Autorità non copre interamente. E la prossima scadenza per l’adempimento degli obblighi è a maggio
Il d.g. di Assogas Marta Bucci ha sottolineato che in alcuni casi l’esborso per i Tee a cui sono obbligati i distributori gas “supera il volume d’affari dell’attività core”. Rimarcando poi la necessità di imporre anche sul lato offerta degli obblighi, in modo da riequilibrare il mercato.
Bucci si è inoltre soffermata su due problematiche relative alle prossime gare Atem. Una riguarda il vincolo di territorialità, che impone l’acquisto di Tee all’interno dell’Ambito considerato, circostanza che “espone ulteriormente a comportamenti speculativi”. L’altra riguarda la difficoltà di quantificare già in sede di gara il valore degli investimenti in efficienza energetica a fronte di un mercato dei Tee così volatile.
“Considerando che i soli associati Anigas devono far fronte a circa 2 milioni di Tee – ha spiegato a QE il responsabile affari regolatori dell’associazione, Luciano Baratto – con prezzi a circa 500 € per titolo gli oneri finanziari che i distributori devono anticipare possono arrivare a un miliardo di euro”. Anche per questo, pur apprezzando gli interventi annunciati da Mallone su una maggiore flessibilità e sull’addizionalità, l’esponente di Anigas propone di tenere in considerazione la possibilità di “rimandare gli obiettivi”. Baratto si sofferma anche sull’ipotesi di estendere l’obbligo ai venditori, previsto nella Sen, rimarcando che sarebbe complicato visto che “hanno un portafoglio clienti molto più dinamico con gli switching”.
Anche Alberto Mariani (in rappresentanza di Utilitalia e Airu) ha rimarcato come “per i distributori sarà difficile reggere l’urto”.
Un messaggio in parte tranquillizzante è però arrivato dal presidente dell’Arera, Guido Bortoni. Il regolatore ha infatti ricordato che in base alla legge istitutiva, l’Autorità deve “preservare l’equilibrio economico-finanziario dei soggetti che svolgono un servizio pubblico”. Per cui i distributori “non devono essere sanzionati a prescindere ma solo qualora non abbiano fatto di tutto per evitare l’inadempimento”.
Bortoni ha poi un po’ polemizzato con Mallone, che in precedenza aveva sottolineato la necessità di rispettare le regole Ue in tema di certificati bianchi. “Ci sono due esempi – ha affermato - in cui l’Europa ha rivisto le proprie posizioni iniziali accogliendo le nostre istanze: il capacity market e gli energivori. Quindi dire che l’Europa è cattiva o matrigna non risponde a quella che è la mia esperienza. Molto dipende da come si instaura una interlocuzione credibile”.
Bortoni ha poi sottolineato i difetti del meccanismo dei Tee, ricordando però anche il “grande pregio di far emergere il prezzo per MWh dell’efficienza”. Il problema, ha aggiunto, è di monitorarlo affinché non degeneri: “E’ un po’come la maionese, se segui tutti i passaggi il risultato è ottimo, sennò impazzisce”. E allora è difficile tornare indietro.
Il presidente del Gse, Francesco Sperandini, è stato anche più esplicito nel difendere il meccanismo, che “tutti ci invidiano”. “Se continuiamo a parlarne male – ha rimarcato - rischiamo di non focalizzare l'attenzione sul problema, che resta in minima parte delle frodi. Bisogna tenere conto di quello che qualsiasi mercato ha: momenti speculativi con prezzo fermo per tanti anni che a un certo punto balza in alto”.
In rappresentanza del Gestore c’era ieri anche il responsabile affari regolatori, Davide Valenzano. Che ha risposto alle varie istanze dei soggetti del settore, peraltro anch’essi compattamente schierati a favore del mantenimento del meccanismo, seppure rivisto.
In particolare, Valenzano si è soffermato sulla richiesta di alleggerire i controlli burocratici a favore di quelli sul campo, in modo da mettere meno barriere all’ingresso ai progetto di efficienza. “I controlli sul campo costano e in alcuni casi è molto complicato farli – ha spiegato – per cui ci è sembrato più semplice e meno oneroso chiedere due o tre documenti in più”. Riguardo poi ai contratti, il Gestore si dice disponibile a istituire tavoli tecnici di discussione. Infine, Valenzano ha assicurato che “le linee guida settoriali saranno varate immediatamente a valle del decreto”.
Questo è uno dei punti critici toccati nel corso del convegno. Vanessa Gallo (in rappresentanza di Finco) ha per esempio sottolineato che “non si può attendere per un anno l’interpretazione di un articolo dopo aver atteso un decreto per due anni”. Spiegando che per questo motivo nel teleriscaldamento “ci sono dai 5 ai 7 mila Tee bloccati”.
Nel corso del convegno, coordinato da Livio de Santoli (Sapienza e Free), si sono succeduti gli interventi dei vari partecipanti al gruppo di lavoro (da cui è scaturito un documento comune di richieste al Mise): da Dario Di Santo del Fire a GB Zorzoli di Free, dai rappresentanti delle Esco (Assistal, Assoesco e Federesco) a Giuseppe Pastorino di Aicep.
Tra questi anche quello di Pieraldo Isolani, in rappresentanza dei consumatori. Che hanno condiviso solo in parte il documento finale. “E’ abnorme che il peso dei Tee pesi tutto sulla bolletta – ha sottolineato -  visto tra l’altro che questi servono solo in minima parte a promuovere l’efficienza negli edifici residenziali. Chiediamo quindi che almeno i clienti domestici siano esentati”.