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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

E-car, i riflessi su rete e domanda elettrica in Italia

Al 2030 impatto sui consumi tra i 5 e i 16 TWh

Quotidiano Energia - Un impatto sui consumi elettrici positivo, ma “relativamente contenuto”, e un effetto sulla domanda di punta che dipenderà non solo dalla dimensione del parco circolante, ma anche dagli algoritmi di smart-charging e dalla flessibilità che in prospettiva potranno fornire le batterie dei veicoli. Saranno questi per Terna i principali riflessi sulla rete elettrica italiana della diffusione delle e-car, che come sottolinea il Tso nel suo primo report sull’auto elettrica dipenderà “dall’operare di numerose forze e fattori abilitanti”.
Parlando di numeri, lo studio prende in esame per l’Italia due scenari sull’espansione della mobilità elettrica, quello tracciato da Entso-E nel suo piano decennale e quello messo a punto da Enel e Ambrosetti, che indicano rispettivamente al 2030 un numero di e-car compreso tra 4,3 e 6,2 e tra 2 e 9 milioni. Partendo da una media tra la prima previsione e lo scenario più “alto” della seconda, l’analisi di Terna di basa quindi su una stima di circa 6,5 mln di vetture elettriche al termine dell’orizzonte temporale considerato, pari a poco più del 17% del parco circolante attuale. “Obiettivi senz’altro sfidanti, forse non tanto in termini assoluti, ma in termini relativi considerata l’esigua base di partenza”, osserva il Tso, ricordando che nel 2016 il tasso di sostituzione delle auto in Italia è stato del 5%: “Buona parte delle auto che sono state vendute negli ultimi anni saranno ancora in uso nel 2025”.
Tuttavia, il report sottolinea che gli scenari riportati non necessitano di una crescita “irrealistica” delle immatricolazioni, mentre ciò che “deve cambiare rispetto al passato per ottenere quegli obiettivi è senz’altro la scelta del consumatore”. Come? Per arrivare nel 2030 a 6,5 mln di e-car la quota di immatricolazioni elettriche dovrebbe passare dall’attuale 0,1% al 48%. “Già nel 2019”, spiega quindi Terna, “un consumatore su 10 dovrebbe scegliere l’auto elettrica”: un valore superiore al 5% necessario in Germania per centrare le previsioni dei 4 gestori dei sistemi di trasmissione tedeschi (1,1-6 mln di e-car al 2030), ma inferiore al 12% della Francia (dove al 2030 Rte prevede tra 3,1 e 8,6 mln di auto elettriche).
Rilevando che “il lento processo di sostituzione in Italia fa apparire gli obiettivi di crescita dei veicoli elettrici come più ambiziosi rispetto ad altri Paesi”, il report evidenzia comunque che “ciò potrebbe essere almeno parzialmente compensato dal fatto che l’Italia presenta un parco circolante più vetusto”.  
Venendo quindi al dettaglio dei riflessi su domanda elettrica e rete, operando “una certa semplificazione” basata sull’assunto di vetture a batterie con chilometraggi bassi (10.000 km/anno) e di un consumo di 25 kWh ogni 100 km percorsi, Terna calcola che “una flotta di 1 milione di veicoli elettrici consumerebbe circa 2,5 TWh di elettricità ogni anno”.
Con questa premessa, nel rapporto si calcola che nella Penisola “i veicoli elettrici raggiungerebbero fino al 5,2% della domanda di elettricità del 2016” (più del 4,5% massimo francese e del 2,8% tedesco) e, “in termini assoluti”, il consumo di elettricità “potrebbe oscillare tra 5 e 16 TWh nel 2030”. Un progresso che Terna ritiene “piuttosto modesto” e “gestibile”, considerando che “si tratta di una crescita nell’arco di più di dieci anni”. Evidente in ogni caso secondo il Tso che “l’elettrificazione dei trasporti potrebbe diventare un ulteriore fattore chiave alla base della crescita delle domanda di elettricità, ridandole vigore dopo un periodo di stagnazione”.
Ci sono poi da considerare gli effetti sulla domanda di picco e, più in generale, sulla modifica del profilo orario dei consumi, che secondo Terna saranno determinati dal comportamento del consumatore, così come dallo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica. A tal proposito, lo studio effettua una panoramica sui principali tipi di caricatori, dai “wall boxes” generalmente utilizzati per la ricarica domestica, ai “charging piles” installati negli edifici privati o nelle stazioni di ricarica pubbliche, passando per le infrastrutture ultraveloci del progetto E-Via Flex-E e della j.v. Ionity.
Soffermandosi sui wall-box, Terna rileva che “nonostante la minore potenza nominale, l’impatto sul profilo di carico orario potrebbe essere consistente”: nello scenario italiano “alto”, si ipotizza infatti l’installazione di 4,5 mln di wall-box. Stime di Rte citate nel report, parlano al riguardo di un carico fino a 1,5 GW per 1 mln di veicoli elettrici, con una ricarica “naturale” - ossia al rientro dal lavoro - che potrebbe aumentare il carico nelle ore serali fino a 1 GW per 1 mln di vetture. Tale impatto, spiega Terna, dovrebbe essere comunque attutito dall’introduzione di sistemi di ricarica “intelligenti”.
Per quanto riguarda invece le ricariche più veloci, nel report si parla di un “impatto significativo sul carico di picco, specialmente considerando che una singola stazione potrebbe avere pile di ricarica multiple” e richiedere “un trasformatore da 5-10 MVA, rendendolo un nodo di consumo significativo”.
Riconoscendo accanto ai programmi di investimento delle utility  per le colonnine il ruolo “fondamentale” anche degli operatori delle reti, Terna evidenzia infine che “una volta garantita una gestione di ricarica intelligente (…) le auto elettriche potrebbero anche diventare una fonte di flessibilità importante considerando che un milione di veicoli elettrici equivale a circa 40-60 GWh di volume di accumulo”.