Quotidiano Energia - È stato avviato ieri dalla commissione Ambiente della Camera l’esame dello schema di Dpcm sul dibattito pubblico e il presidente Ermete Realacci, in qualità di relatore, ha annunciato “l'intenzione di porre come condizione della proposta di parere” l’inclusione delle infrastrutture energetiche tra le opere coinvolte.
Rispetto alla versione portata in Conferenza unificata, infatti, il testo inviato in Parlamento non comprende le infrastrutture energetiche, a eccezione degli elettrodotti aerei di almeno 380 kV e 40 km di lunghezza, in quanto non rientranti nel Codice degli appalti.
Realacci, inoltre, “in considerazione dell'onerosità e della delicatezza delle funzioni attribuite alla Commissione nazionale per il dibattito pubblico” (prevista dall’art. 4 dello schema di Dpcm), ha manifestato “dubbi sulla scelta di non prevedere alcuna forma di compenso per i suoi membri, ritenendo che ciò possa rendere difficoltosa l'individuazione di soggetti competenti disponibili a farsi carico di un simile impegno”. Inoltre, occorre definire “un periodo di sperimentazione della soluzione adottata per lo svolgimento del dibattito pubblico, concluso il quale si possa procedere alla valutazione dei risultati ottenuti e alla correzione degli eventuali aspetti critici”.
Al Senato lo schema di decreto è stato assegnato alla commissione Lavori pubblici che non ha ancora comunicato l’eventuale convocazione per avviare l’esame del testo. Le commissioni VIII dei due rami del Parlamento dovranno esprimersi entro il 29 gennaio. Una volta decorso il termine il Governo potrà comunque adottare il Dpcm anche senza il parere delle Camere.