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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Agricoltura metropolitana motore delle politiche territoriali

e7, il settimanale di Quotidiano Energia - 13 dicembre ‘17 - Domani a Bologna si farà il punto sulle potenzialità legate al settore dell’agricoltura metropolitana e sui numeri registrati con il progetto europeo MADRE, portabandiera del comparto. Noi ve li anticipiamo con un’intervista doppia a Valeria Stacchini e Francesca Villani della Città metropolitana di Bologna.

Che cosa si intende per agricoltura metropolitana? E quali, se ci sono, le difficoltà di implementazione?

Per agricoltura metropolitana s’intende quell’attività agricola all’interno dei confini della città (agricoltura urbana) o a ridosso di essa (agricoltura peri-urbana) che prevede la coltivazione e l’utilizzo di capitale umano e risorse, con la trasformazione e la distribuzione degli alimenti all’interno di tali contesti. Questo permette la fruizione del cibo attraverso filiere corte, un rapporto diretto tra produttore e consumatore e garantisce la sicurezza e la qualità alimentare. Inoltre, all’attività agricola ne vengono affiancate altre che hanno come obiettivo l’inclusione sociale, la ricerca teorica e applicata e la cura degli spazi verdi.

Le difficoltà di implementazione variano molto in base al contesto di applicazione e al Paese e possono riguardare: la mancanza di un riconoscimento istituzionale dell’agricoltura metropolitana, di uno scambio di conoscenze intergenerazionale, di strutture collettive, le condizioni del suolo sfavorevoli in alcuni contesti e la pressione determinata dalla crescita urbana.

Di che vantaggi parliamo?

Le pratiche di agricoltura urbana prevedono benefici sotto diversi aspetti: le possibilità occupazionali, l’inclusione di popolazione vulnerabile, lo scambio interculturale e il fare rete nella comunità; l’attenzione per l’economica circolare e il riciclo degli scarti; l’ottimizzazione del trasporto e lo sviluppo di filiere corte di distribuzione, nonché di piattaforme digitali; dal punto di vista produttivo e della competitività, il rilancio e la promozione dei prodotti locali, nuovi modelli di business e di marketing e sistemi più virtuosi.

Quali sono i principi “green” utili a promuovere un nuovo modello di agricoltura urbana e peri-urbana?

Uno dei principi è quello di inserire l’agricoltura urbana e peri-urbana come asset strategico delle politiche di sviluppo urbano delle città, la progettazione sostenibile degli spazi. Un altro è quello dell’economia circolare, la responsabilità sociale e territoriale, la qualità e il rispetto per il prodotto, l’utilizzo delle nuove tecniche di produzione biologiche e biodinamiche. L’agricoltura metropolitana rappresenta ormai una pratica molto diffusa nei contesti urbani in Italia e a Bologna in particolare, basti pensare alla diffusione degli orti sociali (quale gli Orti di Via Salgari e la Cooperativa Arvaia) con le diverse finalità e target di riferimento, al recupero degli spazi attraverso la progettazione di aree ortive (come nel quartiere Pilastro).

Le nostre best practice nazionali hanno qualcosa da invidiare a quelle internazionali?

Rispetto al panorama internazionale siamo perfettamente allineati, in tema di orti sociali anche all’avanguardia. Una pratica diffusa in altri Paesi, che da noi potrebbe essere maggiormente promossa, è quella del community gardening. Esperienze interessanti estere incontrate durante il progetto sono, ad esempio, la fattoria urbana Terre des Mares e il negozio collettivo gestito direttamente dai produttori “Chez Les Producteurs” a Marsiglia.

Nello specifico, può fornirci qualche dettaglio sul progetto MADRE e sui suoi obiettivi?

Il progetto MADRE è co-finanziato dal programma europeo Interreg MED con un finanziamento complessivo di circa 1 milione di euro, di cui 990.000 sono fondi FESR/IPA. L’iniziativa ha una durata di 18 mesi ed è stata lanciata a Barcellona nel marzo scorso. Vede la partecipazione di 6 aree metropolitane (Barcellona, Bologna, Marsiglia, Montpellier, Salonicco e Tirana), da 5 delle quali provengono le 7 realtà partner: AViTeM - Agenzia per le Città e i Territori sostenibili del Mediterraneo, ANIMA Investment Network e CIHEAM-IAMM - Centro internazionale di studi avanzati sull’Agronomia del Mediterraneo (Francia), MedCities - network Mediterraneo per lo Sviluppo urbano sostenibile (Spagna), Università “Aristotele” di Salonicco (Grecia), Università Agraria di Tirana (Albania) e la Città metropolitana di Bologna (Italia). Inoltre, il progetto coinvolge attivamente gli attori strategici che operano nel campo dell’agricoltura metropolitana delle 6 aree metropolitane coinvolte.

L’iniziativa mette in rete attori che non riescono a dialogare a livello europeo e crea momenti di condivisione di esperienze e di confronto, facendo emergere le sinergie ma anche le complementarietà delle loro realtà. Inoltre, cerca di indagare i bisogni territoriali necessari per investire maggiormente nell’agricoltura metropolitana.

La crescita blu e il turismo sostenibile sono due tra i settori coperti dall’iniziativa: come verranno sviluppati?

MADRE intende aprire la strada alla creazione di un cluster internazionale che metta in rete gli attori dell’agricoltura metropolitana e che promuova la stessa come driver chiave delle politiche di sviluppo territoriali. Per fare questo, prevede l’organizzazione di 6 gruppi di lavoro legati ai 6 temi del progetto: innovazione sociale, dei produttori, territoriale, delle reti transnazionali, della ricerca accademica e dei consumatori. Sono previsti momenti di discussione attiva sui bisogni, gli ostacoli e le opportunità nonché visite sul campo delle buone pratiche raccolte durante i primi mesi del progetto. All’incontro di Bologna di domani verrà presentato il “Catalogo delle buone pratiche” e la piattaforma digitale che vuole essere uno strumento di condivisione delle risorse e degli strumenti per sviluppare e promuovere le pratiche di agricoltura urbana e peri-urbana.

Da un po’ di tempo stiamo assistendo all’affermarsi di un turismo diverso da quello delle grandi città, più a contatto con i prodotti della terra e la natura nel rispetto del nostro ecosistema, basato sulla filiera paesaggio-natura-agricoltura che punta alla valorizzazione della produzione agro-alimentare e della sua qualità. Il progetto tiene conto e vuole valorizzare queste sinergie con il turismo sostenibile e rurale ponendo attenzione ai diversi modelli di produzione e di promozione dei prodotti locali e del rapporto diretto tra coltivatore e consumatore, anche in ottica di marketing territoriale e turistica. Su questi temi il progetto è in linea con il Piano Strategico del Turismo 2017-2022 recentemente approvato.