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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Il settore delle Trenchless Technology si incontra a Roma

I dati del comparto presentati dalla IATT

e7, il settimanale di Quotidiano Energia - Nel campo delle telecomunicazioni sono previsti tra 2018 e 2020 investimenti sulle reti per 5,3 miliardi di euro che comporteranno lavori eseguiti per il 50% con tecnologie no-dig. Nel comparto idrico, inoltre, i principali gestori del servizio vogliono puntare su queste soluzioni per far fronte all’esigenza di rinnovamento delle reti acquedottistiche e fognarie, che per circa il 60% hanno oltre trent’anni. Dal 2008 a oggi, infine, Snam ha già eseguito più di 300 interventi sulla rete di trasporto nazionale del gas attraverso l’impiego di trenchless technolgy.

Sono alcuni dei dati forniti ieri a Roma, in occasione dell’evento “Incontriamoci” organizzato dalla Italian Association for Trenchless Technology (IATT), l’associazione nazionale di categoria che dal 1994 promuove le conoscenze tecniche e scientifiche nel campo delle soluzioni “no dig”, cioè quelle che evitano i tradizionali scavi a cielo aperto per l’intervento sulle reti del sottosuolo. Abbiamo fatto il punto con il Presidente Paolo Trombetti (membro del Comitato scientifico di CH4 – la rivista italiana del gas).

Il rapporto tra trenchless technology e TLC è consolidato. Lo sviluppo della banda larga rappresenta un ulteriore passo avanti?

Siamo arrivati ad avere percentuali del 70-80% di impiego di tecnologie no-dig nella posa delle reti di telecomunicazioni. Parliamo di un settore in cui gli investimenti sono elevati date le deadline fissate dall’Agenda digitale europea.

Nel caso dei comparti elettricità e gas, invece, perché lo scenario non è ancora così avanzato? Qual è, inoltre, la situazione per l’idrico?

È un rapporto ancora timido. Abbiamo dei casi in cui l’impiego di queste soluzioni ha risolto problemi importanti, ad esempio il risanamento della rete gas effettuato dalla municipalizzata di Verona nel centro storico, per evitare disagi alla collettività. Oppure A2A che a Milano ha risanato 30 km di rete gas con tecnologia no-dig. Si tratta comunque di casi isolati, se non si considera il largo impiego che fa Snam. Per far fronte a queste difficoltà di penetrazione nel campo della distribuzione gas stiamo avviando delle collaborazioni sulla formazione, ad esempio con Toscana Energia. Ci auguriamo che con la pubblicazione dei prezzi di riferimento e delle prassi, oltre che con la collaborazione avviata con Utilitalia nel settore energetico, ci possa essere un impiego sempre più ampio delle trenchless technology, anche alla luce delle nuove gare per la distribuzione gas.

Nell’idrico il mercato si sta muovendo e sta crescendo molto, date anche le perdite nelle reti e la siccità che hanno visto l’Italia protagonista in negativo. Dunque, i gestori delle reti stanno mettendo in campo bandi di gara importanti con l’impiego di tecnologie microtunneling o relining per adeguare il sistema a un’infrastruttura degna di un Paese europeo.

Che 2018 sarà per IATT e il Sistema Italia delle trenchless technology?

Sicuramente un anno all’insegna della formazione dei tecnici che operano con queste soluzioni, aspetto per noi prioritario. Lo facciamo attraverso corsi di formazione con il Formedil, presso gli enti pubblici e le società private. Inoltre gli eventi, ad esempio quelli realizzati con Prysmian, con cui abbiamo una partnership da cinque anni, sempre all’insegna dell’innovazione tecnologica e dei servizi legati all’Industria 4.0; una tematica su cui probabilmente coinvolgeremo anche Italtel. Ancora, convegni sulla conoscenza delle tecnologie no-dig in campo idrico e nell’energia. Senza dimenticare il percorso che ci condurrà fino all’evento No-Dig International 2019 di Firenze.