Quotidiano Energia - Il rapido passaggio dai sistemi incentivanti alle aste farà si che entro il 2030 soltanto il 6% della capacità eolica europea godrà ancora di sussidi e sarà quindi immune dai rischi di mercato, contro l’attuale 75%. E’ la considerazione che ha spinto WindEurope a valutare i possibili strumenti per la gestione del “rischio volume”, derivante dalla difficoltà di prevedere la produzione e quindi gli introiti degli impianti.
Nello studio “The value of hedging”, redatto assieme a Swiss Re Corporate Solutions, l’associazione dell’industria eolica Ue spiega che le aste, i premi e i contratti Ppa possono ridurre il rischio volume, ma lasciano comunque i proprietari degli asset esposti alle incertezze relative ai volumi e ai tempi della produzione. L’hedging può dunque aiutare a ridurre la variabilità dei ritorni e migliorare la prevedibilità del cash flow.
Più in dettaglio, considerato che la produzione eolica è caratterizzata da variazioni stagionali che possono raggiungere il 30-45%, un parco medio da 30 MW potrebbe aver bisogno di gestire il rischio di variazioni su base annua comprese tra +10 e -10%. Riducendo la variabilità dei ritorni, sottolinea lo studio, il cash flow si avvicina al profilo di un investimento a introiti fissi, simile a un bond, e la maggiore certezza migliora la struttura finanziaria dei progetti abbattendo il costo del capitale: un aspetto particolarmente significativo se si considera che il debito rappresenta il 40% del capitale richiesto per i parchi offshore e il 70% per quelli onshore.
Secondo lo studio, i servizi di risk management possono valere 2,5 miliardi di euro tra il 2017 e il 2020 e fino a 7,6 mld € tra il 2017 e il 2030.
“L’hedging è disponibile per il settore eolico da molti anni ma il suo decollo è stato frenato dalla scarsa utilità, mentre adesso, con il rischio che diventa una componente sempre più importante, il suo valore aggiunto può decidere il successo o il fallimento di un progetto greenfield, di un upgrading o di un Ppa”, ha commentato il direttore vendite prodotti di hedging climatico di Swiss Re Corporate Solutions in Europa, Stuart Brown.
“La capacità eolica europea potrebbe raddoppiare fino a 323 GW entro il 2030 e con lo sviluppo del settore e la sua crescente esposizione ai rischi di prezzo e di volume ci sarà bisogno di un ventaglio di meccanismi di stabilizzazione degli introiti”, ha affermato il direttore Politiche di WindEurope, Pierre Tardieu.