Quotidiano Energia - La digitalizzazione, tema sempre più centrale per l’evoluzione del settore energetico, non è importante solo sotto il profilo del controllo dei consumi, come comunemente si intende, ma il suo potenziale permea tutte le fasi della filiera energetica, dalla produzione alla vendita. Su questo concetto pone l’accento il primo Digital Energy Report in Italia (a testimoniare l’interesse diffuso sul tema), redatto dall’Energy&Strategy (E&S) Group della School of management del Politecnico di Milano.
Digital energy, spiega il rapporto presentato giovedì a Milano, significa parlare di “architetture complesse”, che oltre ai sistemi hardware e software per il monitoraggio e l’azionamento degli impianti energetici, comprendono i sistemi di trasmissione dei dati e l’intelligenza necessaria alla loro elaborazione. Architetture che sempre più sono elaborate con strumenti di “(big) data analytics”.
“Le sfide della digital energy per gli attori della filiera sono molte - spiega Vittorio Chiesa, direttore dell’E&S Group -, sia sul piano tecnologico, perché è ancora lunga la strada da percorrere per rendere fruibili e sfruttabili molti dei benefici intangibili, sia soprattutto sul piano dei modelli di business vincenti, che andrebbero rapidamente identificati e adottati”.
I dati possono essere raccolti grazie all’interfaccia con sistemi come Scada (Supervisory Control and Data Acquisition”) o Plc (Programmable Logic Controller) e la loro trasmissione avviene verso piattaforme di immagazzinamento locali (come software o server aziendali) oppure in Cloud, in modo da aggregarli e potervi accedere con facilità.
Quanto all’”intelligenza”, secondo lo studio può essere posta o “in coda al framework”, modalità che “comporta un’ingente mole di dati trasmessi e una potenza di trasmissione e immagazzinamento onerosa”, o “in testa, con una pre-elaborazione del dato che viene trasmesso ‘pulito’, diventando strumento diretto degli Analytics dell’ultimo blocco”.
Le capacità dei prodotti interconnessi, che vengono chiamati Internet of Things, spaziano dal più semplice monitoraggio di un asset allo sviluppo di una certa autonomia del prodotto. Software evoluti infatti, spiega il rapporto, consentono di decifrare in modo sempre più accurato le informazioni contenute nei Big Data, creando nuove opportunità di business legate alla condivisione dei dati stessi, ma anche a quella dei risultati delle elaborazioni numeriche.
Il report analizza tre ambiti principali di applicazione della “digital energy”: Smart Energy & Grid, Smart Manufacturing e Smart Building.
Il nuovo modello della generazione distribuita e la continua crescita delle rinnovabili richiedono “sempre maggiore intelligenza e capacità di operare in maniera attiva sia per la generazione che per la rete, modulando produzione, trasmissione e distribuzione”. I risultati dello studio per l’area Smart Energy & Grid dicono che le soluzioni digitali in questo comparto “sembrano avere i requisiti di disponibilità commerciale e sostenibilità economica per trovare una più che adeguata diffusione nel mercato italiano” e “sono una scelta vincente non solo per il proprietario dell’impianto, ma anche per il sistema elettrico nel suo complesso, che ne guadagna in affidabilità e flessibilità nella fase di generazione”. Numerosi anche i “benefici intangibili sfruttabili, spesso direttamente proporzionali alla complessità dell’architettura”.
Nel settore industriale, prosegue il rapporto, il Piano Industria 4.0 sta stimolando la trasformazione digitale delle imprese manifatturiere. Anche le soluzioni digitali per lo Smart Manufacturing, come emerge dai casi studio dell’E&S Group, sembrano essere pronte per il mercato e “hanno dei fondamentali economici solidi”. Se però ci si limita alla quantificazione tangibile dei benefici, “la redditività percentuale delle soluzioni a più basso investimento può rappresentare una tentazione forte per il settore”, ma ciò “rischia di privilegiare la visione di breve termine rispetto a quella di lungo, in grado di massimizzare gli altri benefici, quelli intangibili”.
Smart Building è un concetto che esprime un connubio tra efficienza energetica e il flusso di dati “funzionali all’ottimizzazione del sistema e a una proficua interazione con soggetti esterni come i manutentori”. Anche per questo ambito, le analisi del report evidenziano una potenziale buona risposta del settore alla digitalizzazione.
Come prevedibile, in base alle proiezioni del rapporto, la maggiore redditività spetta alle soluzioni “energy only”, più focalizzate a ottimizzare i benefici tangibili legati al risparmio energetico. Se da un lato la “concretezza” di queste soluzioni è premiata dagli indicatori di redditività, è vero anche, conclude il rapporto, che “si riduce il potenziale di sfruttamento della trasformazione digitale dell’energia, che trova invece nelle architetture “full enabler” la propria massimizzazione.