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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Carburanti-infrastrutture di ricarica, prove di dialogo

Tavolo Assopetroli-Enel per modelli di business

Quotidiano Energia - Mettere insieme due mondi diversi, proprietari di impianti della rete carburanti e player dell'energia e dell'automotive che stanno spingendo sulla mobilità elettrica, per riflettere insieme su possibili sinergie. Per guardare avanti, con pragmatismo, ma guardare avanti. Con questo spirito Quotidiano Energia ha organizzato l'11 ottobre a Oil&nonoil il convegno "L'area di servizio per l'automobilista di domani. Le sinergie fra carburanti e infrastrutture di ricarica". E, a giudicare dalla grande affluenza all'evento, si può senz'altro dire che l'argomento suscita interesse tra la platea degli operatori tradizionali, perché è meglio essere pronti e preparati a gestire il cambiamento. Ma anche scetticismo su tempi e modalità di questo cambiamento.

Sentimenti entrambi ben emersi dal dibattito, aperto da una relazione di Roberto Degl'Innocenti, a.d. di Oil & Energy Consulting, e animato dagli interventi di Federico Caleno, responsabile e-mobility solutions development, divisione globale e-solutions di Enel, Luisa Di Vita, direttore comunicazione di Nissan, Andrea Salsi, presidente di Scat Punti Vendita e vicepresidente vicario di Assopetroli, Federico Petrolini, a.d. di Petrolifera Adritatica, Alessandro Proietti, presidente di Assoindipendenti.

I due mondi in realtà si stanno già parlando, tanto che per implementare Eva+, il progetto co-finanziato dalla Ue per la ricarica elettrica sulla grande viabilità Enel ha sottoscritto accordi, oltre che con centri commerciali, hotel, ristoranti, anche con TotalErg e IP . Tra i partner dell'iniziativa Nissan che, ha detto Di Vita, ha fatto da "apripista nella e-mobility, lanciando nel 2010 la prima vettura elettrica di massa". Eva+ è appena entrata nel vivo con 30 colonnine attive e il 17 ottobre a Cormano (Milano) ci sarà l'inaugurazione della stazione "Fast Charge Plus" installata presso un distributore IP. All'evento saranno presenti Francesco Venturini, direttore Divisione Global e-Solutions di Enel, e Stefano Sterpone, direttore Rete Api.

Oltre che con le compagnie tradizionali Enel sta dialogando con i retisti. Nel corso del convegno di QE Caleno ha detto infatti che la società ha un tavolo aperto con Assopetroli. L'obiettivo, ha spiegato, è quello di "studiare insieme modelli di business nuovi per trovare soluzioni remunerative per tutti", solo così "potranno davvero esserci sinergie tra infrastrutture di ricarica e stazioni di servizio".

Il modo con cui Enel sta approcciando lo sviluppo dell'auto elettrica "è quello di capire e prevedere i bisogni dei clienti". Dalla fase pilota il gruppo vuole ora passare a quella di sviluppo massimo con un Piano di investimenti sulle colonnine che verrà presentato il 9 novembre e prevede, ha spiegato Caleno, "dalle 9 alle 12.000 colonnine al 2020, coprendo sia aree urbane che extraurbane, 1.500 consentiranno ricariche veloci, un po' meno di 100 saranno le stazioni high power charge a 350 kW per una ricarica in 20 minuti auto e un'autonomia di 500 km". Con questo piano, ha aggiunto il rappresentante Enel, "vogliamo superare il dilemma dell'uovo e della gallina - ad oggi i clienti che hanno acquistato un auto elettrica nella maggior parte dei casi hanno un box a casa -e far sì che l'Italia non resti fanalino di coda".

Dove saranno queste colonnine? Accanto ai centri commerciali, agli hotel, ai ristoranti, "soprattutto nelle aree extraurbane il sito ideale sembra quello delle aree di servizio. Perché questo accada è necessario trovare sinergie con altre attività, che il cliente abbia insomma qualcosa da fare in quella mezzora della ricarica", deve essere poi "mantenuto basso il costo di rifornimento" e per questo occorrono nuovi modelli di business sui cui stanno lavorando al tavolo con i retisti.

Nessun muro alzato quindi da parte del mondo oil, le infrastrutture di ricarica, ha detto Salsi, sono "un'opportunità, perché la diffusione dell'elettrico deve passare per forza dagli impianti tradizionali che domani avranno un mix di prodotti, inclusa la ricarica elettrica".

Il vice presidente vicario di Assopetroli, pur giudicando "importante" il tavolo con Enel, non crede tuttavia che i tempi di cambiamento siano così veloci. Ci sono, osserva, problemi tecnici: tempi di ricarica "incompatibili" con il rifornimento tradizionale, durata delle batterie, costo dell'auto elettrica ("una cosa da ricchi, come dice Marchionne") e della ricarica che "in stazione di servizio è superiore al metano". Non è poi chiaro, continua, se installare le colonnine avrà un ritorno per il proprietario dell'impianto e per il gestore.

Al di là dei problemi tecnici, secondo Salsi, non bisogna inoltre trascurare che "la mobilità non è solo fare rifornimento, ma un modo di vivere e il cambiamento non sarà così rapido". L'elettrico, ribadisce, sarà "sicuramente uno dei carburanti del futuro", "ben venga quindi il tavolo Assopetroli-Enel sollecitato da tutte e due le parti", non "demonizzare però i carburanti tradizionali e non cavalcare il populismo, la rete crescerà in base alle preferenze dell'utente".

Anche Petrolifera Adriatica, la società che ha acquisito 190 impianti in centro Italia da Esso col modello grossista, "sta studiando e guardando con attenzione la mobilità elettrica, ma la consideriamo ancora molto lontana, meno di una nicchia", afferma l'a.d. Petrolini. "Siamo comunque consapevoli che in futuro potrà diventare un nostro potenziale cliente e dunque cercheremo di indirizzare lo sviluppo della rete in questo senso con standard europei", sperando che la lotta all'illegalità e la legge concorrenza producano i loro effetti, "oggi però è presto per creare sinergie tra aree di servizio tradizionali e mercato elettrico".

Cauto infine anche il presidente di Assoindipendenti Proietti: "Ogni auto elettrica è problema per gli operatori tradizionali, se un mio associato mi chiedesse quindi un consiglio" se installare o meno una colonnina, "direi di aspettare e vedere".

Ma "l'auto elettrica arriverà", ha concluso Caleno di Enel, "perché lo stanno facendo tutti gli altri, se non gestiamo questa opportunità per il Paese lo farà qualcun altro. Aziende straniere stanno per investire in infrastrutture di ricarica anche in Italia perché non si possono permettere che il turista norvegese o tedesco arrivi alle Alpi e poi non sappia come andare in Sicilia, lo faranno perché hanno i soldi e un'industria automobilistica che si deve riconvertire necessariamente".