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Australia, Bp rinuncia a estrazione petrolio in parco marino

Vittoria degli ambientalisti, del turismo e della pesca

Redazione ANSA
Vittoria degli ambientalisti in Australia sul colosso petrolifero Bp, che ha dovuto rinunciare ai controversi piani di estrazione petrolifera nel Great Australian Bight, la Grande Baia che delimita al sud gli stati del South Australia e del Western Australia. La Bp aveva vantato che la Grande Baia contiene giacimenti paragonabili al Golfo del Messico, dove operano oltre 4000 impianti di trivellazione.

La decisione è stata presa nonostante la compagnia abbia già investito milioni nella pianificazione e nelle procedure di approvazione, con un impianto all'avanguardia di trivellazione già in produzione a Singapore. Non è chiara tuttavia la posizione di altre compagnie che hanno anche ottenuto licenze di esplorazione nell'area, fra cui Chevron, Santos e Karoon.

Ai piani di estrazione si sono opposti non solo gli ambientalisti ma i settori del turismo e della pesca e i governi locali, preoccupati per i rischi ad acque oceaniche incontaminate e a una vita marina vulnerabile. L'oceanografo e ricercatore dell'Università Flinders di Adelaide, Jochen Kaempf osserva che la Grande Baia "è un'area quanto mai remota e allo stesso tempo molto preziosa in termini di specie marine". Una perdita di petrolio nell'area sarebbe assolutamente drammatica e una risposta tempestiva sarebbe impossibile, ha detto alla radio nazionale ABC. "Impossibile da raggiungere, impossibile da decontaminare".

La rinuncia della Bp è di grande sollievo per la regione, osservano gli ambientalisti, che la descrivono come una vittoria per il turismo, per la pesca e per tutto il business che dipende da mari puliti. Greenpeace Australia in particolare esorta le altre compagnie petrolifere a rinunciare alla Grane Baia. "Se la Bp con tutta la sua esperienza non può produrre un piano di trivellazione accettabile, le restanti compagnie che esplorano nella Baia sprecherebbero i soldi degli azionisti cercando di perseguire questa follia", ha detto il responsabile della campagna per gli oceani, Nathaniel Pelle.

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