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Descalzi, sfida è dare energia lottando contro i cambiamenti climatici

Entro l'anno 6 decisioni su investimento in rinnovabili per 150 MW

Redazione ANSA

"La sfida cruciale del settore energetico è il bilanciamento tra la massimizzazione dell'accesso all'energia e la lotta al cambiamento climatico". Così l'ad dell'Eni Claudio Descalzi si è rivolto alla comunità finanziaria riunita a Parigi per presentare la Esg (Environment social and governance model) del gruppo energetico. "Se si intende raggiungere l'obiettivo di mantenere l'incremento della temperatura globale al di sotto dei due gradi - ha proseguito - non sarà possibile soddisfare la crescente domanda di energia e diffonderne l'accessbilità con l'attuale mix energetico, tenendo conto che il mondo ha già saturato i 2/3 della capacità complessiva di assorbimento di CO2 da parte dell'atmosfera". La sfida, insomma, "è cambiare mix energetico".

Il modello scelto dall'Eni è quindi quello di cooperazione e sviluppo in rapporto ai Paesi in cui opera, minimizzando i rischi e gli impatti sociali e ambientali delle attività e prevedendo un "percorso chiaro e definito verso la decarbonizzazione". Per quanto riguarda in particolare lo sviluppo delle popolazioni locali, "tra il 2010 e il 2015 la società ha investito circa 600 milioni di dollari supportando circa 4 milioni di persone attraverso progetti agricoli, di accesso all'acqua, di cura della salute e relativi all'educazione, e nei prossimi quattro anni manterrà il medesimo livello di investimento". Quindi, ha aggiunto in seguito Descalzi, nel periodo 2010-2019 l'investimento per programmi di sviluppo delle popolazioni locali raggiungerà 1 miliardo di euro.

Per quanto riguarda per esempio l'accesso all'acqua, Descalzi ha ricordato i progetti in 11 Paesi, che assicurano l'approvvigionamento idrico a circa 130mila persone, mentre sul fronte educazione ha citato l'attività con circa 90mila studenti soprattutto in Mozambico, Kazakhstan, Nigeria e Congo. Per quanto riguarda invece la sostenibilità ambientale, il management dell'Eni ha ricordato gli obiettivi fissati: abbattimento delle emissioni di CO2 e ulteriore incremento dell'efficienza delle attività operative (Eni ha già ridotto le proprie emissioni dirette del 28% dal 2010 e si propone di eliminare completamente le emissioni da gas flaring entro il 2025 e di ridurre complessivamente le emissioni per barile del 43%); mantenimento di un portafoglio di progetti a basso potenziale di emissioni di CO2 e promozione dell'utilizzo del gas come fonte di transizione per la generazione elettrica e di alimentazione per il trasporto; diffusione dello sviluppo delle fonti rinnovabili nei Paesi in cui Eni opera, stimolandone la ricerca tecnologica. 

Entro la fine dell'anno l'Eni intende adottare "sei decisioni finali di investimento" sul fronte delle energie rinnovabili per una capacità complessiva di 150 MW ha annunciato Descalzi. Recentemente Eni ha lanciato una serie di progetti su larga scala per la produzione di energia da fonti rinnovabili, in Italia e a livello internazionale. In Italia la società ha avviato il "Progetto Italia", che si pone l'obiettivo di implementare progetti nell'ambito delle rinnovabili utilizzando aree industriali di proprietà: in questo senso Eni ha identificato al momento 15 progetti per una capacità complessiva di circa 220 MW, soprattutto fotovoltaico, che saranno installati prima del 2022. All'estero, Eni ha già avviato nuovi progetti legati al fotovoltaico in Pakistan, Egitto e Algeria, per una capacità complessiva di circa 160 MW, che saranno completati entro il 2018. Nell'ambito di questo programma, Eni intende quindi adottare sei decisioni finali di investimento: gli impianti saranno completati e connessi alla rete tra fine 2017 e inizio 2018.

A proposito dell'accordo informale raggiunto dall'Opec in Algeria per un taglio delle quote di produzione di petrolio, Descalzi ha detto che "è un fatto molto importante perché da due anni non si vedeva l'Opec unita insieme per decidere" aggiungendo che si tratta di "un segnale per il futuro" e di "un risultato molto buono", perché è evidente che "qualcosa è cambiato".

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