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Legambiente, crollo 10.000 MW rinnovabili in 4 anni

Nuovo report, il governo sblocchi il futuro dell'Italia

Redazione ANSA

''Dal 2011 al 2014 gli impianti di solare fotovoltaico e eolico installati in Italia non sono diminuiti ma crollati: si è passati da 10.663 MW (Megawatt) a 733 nel 2014. E le prospettive del 2015 sono ancora peggiori''. Legambiente con un nuovo report 'Stop alle rinnovabili in Italia' lancia l'allarme per il ''crollo delle installazioni di solare e eolico'', in occasione del VIII Forum Qualenergia in vista dell'apertura del vertice mondiale Onu sul clima. Per questo Legambiente chiede ''al governo Renzi di cambiare politica sull'energia e sbloccare le opportunità di un futuro rinnovabile per l'Italia''; questo perché ''il rischio è un concreto stop allo sviluppo di un settore innovativo, che ha contribuito al 40% circa dei consumi elettrici, garantendo in questi anni la riduzione delle importazioni di fonti fossili, del prezzo dell'energia elettrica e delle emissioni di gas serra''. ''Il futuro è nelle rinnovabili ed è a portata di mano - osserva il vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini - la rivoluzione iniziata in questi anni può e deve continuare a innovare, in modo da creare opportunità e lavoro. È arrivato il momento di assumere fino in fondo questa prospettiva''.

''Nel 2014 le fonti rinnovabili hanno garantito oltre il 38% dei consumi elettrici - fa presente Zanchini - con un balzo impressionante rispetto a dieci anni prima, quando eravamo al 15,4%. Eppure, invece di esaltare questo successo che testimonia l'affidabilità di queste tecnologie, e di promuoverle in modo da diminuire la nostra dipendenza dall'estero per gli approvvigionamenti, si è scelto di porre un blocco. Invece di sfruttare positivamente questo dato, il governo Renzi e l'Autorità per l'energia si sono mosse solo per salvare il vecchio sistema, ancorato su alcuni grandi gruppi e centrali da fonti fossili''. ''Negli ultimi anni con impressionante sistematicità, i governi Monti, Letta e Renzi - spiega l'associazione - sono intervenuti per ridurre drasticamente le possibilità di investimento nelle fonti rinnovabili. Per il solare fotovoltaico sono stati cancellati nel 2013 gli incentivi in conto energia, il sistema di incentivi per il solare fotovoltaico. Per le altre fonti rinnovabili i tagli sono cominciati nel 2012. Il Governo Renzi in questi 20 mesi si è contraddistinto per un accanimento ancora più accentuato nei confronti delle energie pulite, col decreto 'spalma-incentivi'; poi nuovo decreto di incentivi alle rinnovabili non elettriche che, ancora prima di entrare in vigore, ha già determinato uno stop degli investimenti''. Legambiente mette poi anche in evidenza ''i vantaggi di un futuro rinnovabile'' tra i quali la riduzione della ''produzione da termoelettrico, ossia quella degli impianti più inquinanti e dannosi per il clima; la diminuzione delle importazioni dall'estero di fonti fossili; il taglio delle emissioni di CO2''.

M5s, da governo slogan ma provvedimenti dicono altro 
"Il ministro dell'Ambiente Galletti fa sapere che dopo Parigi bisognerà cambiare economia e politica industriale. Ci fa piacere che si sia reso conto che l'Italia, grazie ai provvedimenti del governo, sta andando proprio in senso ostinato e contrario alle politiche di sostenibilità energetica e climatica. Basta guardare gli atti di questa maggioranza per rendersi conto che sul clima sono tutti disposti a parlare, ma nessuno ad agire". È il commento dei deputati M5S delle Commissioni Ambiente e Attività produttive. L'ultimo "colpo basso" contro le rinnovabili è di questi giorni: i proprietari di impianti fotovoltaici - raccontano i 5 Stelle - sono nel caos per "l'ennesimo provvedimento mal programmato e mal predisposto che sta mettendo in difficoltà un settore già bistrattato e che invece dovrebbe anzi essere il fiore all'occhiello del nostro sistema di produzione energetico". "Infatti il Gse - spiega Davide Crippa, M5S, primo firmatario dell'interrogazione al Ministero dello Sviluppo economico - sta procedendo alla sospensione dell'erogazione degli incentivi nei confronti di alcuni impianti di produzione di energia elettrica con potenza superiore a 6 kW. Nell'interrogazione il M5s chiede di sapere quali sono le "tempistiche con cui Enel sta gestendo questa emergenza" e soprattutto di "agire, per ripristinare gli incentivi e dare respiro a un settore come sempre bistrattato".

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