Lo Stato francese deve "riparare" gli impegni non mantenuti in materia di riduzione dei gas a effetto serra per lottare contro il riscaldamento climatico: è quanto ordinato oggi dalla giustizia amministrativa della Francia, in una nuova sentenza contro il governo in materia ambientale. Il tribunale amministrativo di Parigi accoglie cosi' il ricorso di quattro Ong riunite sotto lo slogan "l'Affaire du siècle" - "l'affare del secolo'' - e sostenute da una petizione di oltre 2,3 milioni di cittadini. Una iniziativa nata nel 2019 e volta ad evidenziare le carenze dello Stato francese nella lotta al riscaldamento climatico nel triennio 2015-2018.
Greenpeace ricorda che tra il 2015 e il 2018 la Francia ha emesso "15 milioni di tonnellate di gas serra in eccesso" e "deve ora rimediare entro la fine del 2022 prendendo tutte le misure necessarie". "Questa sentenza senza precedenti - rileva la ong - obbliga l'attuale governo, ma anche il futuro inquilino dell'Eliseo, visto che ad aprile 2022 si eleggerà il nuovo presidente della Repubblica: ci sono 14 mesi per recuperare il ritardo accumulato in tre anni". Il procedimento, prosegue Greenpeace, "inizia nel dicembre 2018, quando le organizzazioni Notre Affaire à Tous, la Fondazione Nicolas Hulot, Greenpeace Francia e Oxfam Francia portano in tribunale lo Stato. Una prima condanna, puramente simbolica, arriva invece a febbraio di quest'anno".
Per le quattro organizzazioni, "d'ora in poi, il presidente che non rispetta gli impegni climatici della Francia la condannerebbe due volte: prima esponendo la sua popolazione agli impatti sempre più devastanti e costosi dei cambiamenti climatici, poi esponendola a ulteriori condanne da parte dei giudici".
Il prossimo quinquennio "è quello decisivo e le prossime elezioni sono cruciali - osservano le ong - Per rispettare i suoi impegni sul clima, lo Stato dovrebbe, ad esempio raggiungere 700mila ristrutturazioni con standard di elevata efficienza energetica all'anno; aumentare il traffico ferroviario dal 20 al 25% rispetto al 2018 e moltiplicare per quattro la superficie coltivata ad agricoltura biologica".