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Draghi all'Onu, 'l'emergenza clima come la pandemia'

'Nuovi fondi dall'Italia'. Anche Guterres e Johnson in pressing

Redazione ANSA NEW YORK

(di Valeria Robecco)
NEW YORK - L'emergenza clima è come la pandemia e bisogna agire subito. A far suonare il campanello d'allarme, nel corso del vertice in apertura della 76esima Assemblea Generale a New York, è il premier Mario Draghi. "È vero che stiamo ancora lottando contro la pandemia, ma questa è un'emergenza di uguale entità e non dobbiamo assolutamente ridurre la nostra determinazione ad affrontare i cambiamenti climatici", ha spiegato il presidente del Consiglio in video collegamento nell'incontro a porte chiuse organizzato dal segretario generale dell'Onu Antonio Guterres e dal primo ministro britannico Boris Johnson, in vista della Cop26 di Glasgow in novembre.
   
"L'Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite - ha proseguito Draghi - ci ha detto tre cose: che la nostra azione dovrebbe essere immediata, rapida e su larga scala. E se non agiamo per ridurre le emissioni di gas serra, non saremo in grado di contenere il cambiamento climatico al di sotto di 1,5 gradi". Per questo il premier ha promesso che "l'Italia farà la sua parte": "Siamo pronti ad annunciare un nuovo impegno economico nelle prossime settimane", ha detto Draghi senza entrare nei dettagli. Dal 2015 al 2020 l'Italia ha stanziato 500 milioni di euro l'anno per raggiungere i target fissati dagli accordi di Parigi. E i nuovi impegni potrebbero essere annunciati al G20 dei leader di ottobre a Roma. "Dovremo rafforzare gli sforzi comuni nell'accelerare la graduale eliminazione del carbone sia a livello nazionale che internazionale. E dobbiamo davvero prendere il nostro destino nelle nostre mani su questo aspetto", ha insistito il premier.

D'altronde anche Guterres non ha usato mezzi termini per indicare la gravità della situazione. "Serve un'azione decisa ora per evitare la catastrofe climatica, salvare questa e le generazioni future è una responsabilità comune", ha affermato, ribadendo che "sulla base degli attuali impegni degli Stati membri il mondo è su un percorso catastrofico verso 2,7 gradi di riscaldamento globale". "La scienza ci dice che qualsiasi cosa al di sopra di 1,5 gradi sarebbe un disastro - ha aggiunto -. Serve un taglio alle emissioni del 45% entro il 2030, e se non cambiamo collettivamente rotta c'è un alto rischio di fallimento della Cop26".

Il leader del Palazzo di Vetro si è rivolto soprattutto ai Paesi del G20, precisando che serve la loro leadership: "Rappresentano l'80% delle emissioni di gas serra e nell'incontro di oggi c'è stato un consenso sul fatto che il prossimo G20 sarà assolutamente essenziale per garantire il successo della Cop26 a novembre". A suo parere bisogna agire su tre fronti: "Mantenere l'obiettivo di 1,5 gradi, stanziare i 100 miliardi di dollari promessi all'anno ai Paesi poveri, aumentare i finanziamenti per l'adattamento ad almeno il 50% del totale dei finanziamenti pubblici per il clima".

Per il britannico Johnson quello dei 100 miliardi di dollari è un "impegno storico, ma ora dobbiamo mantenerlo". E non ha nascosto di essere "sempre più frustrato" per il fallimento dei Paesi ricchi nell'onorare le promesse fatte.

Intanto, proprio nel giorno del vertice sul clima, il presidente americano Joe Biden ha lanciato un piano per rispondere alla minaccia del caldo estremo che continua a causare danni e vittime in Usa, diventando "il primo killer a livello nazionale legato agli eventi meteo". L'amministrazione, ha fatto sapere la Casa Bianca, punta a proteggere i lavoratori e le comunità con varie azioni, da nuove norme negli ambienti di lavoro alle protezione arboree nei centri urbani, sino a fornire assistenza alle famiglie per i sistemi di raffreddamento. Biden però in questi giorni è stato criticato per l'eccessiva parsimonia sui fondi ai Paesi poveri per combattere il cambiamento climatico. Secondo fonti informate riportate da Politico, nonostante le sue promesse, la frugalità di Washington è uno dei maggiori ostacoli al successo della Cop26. (ANSA).
   

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