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In Antartide è caldo record, temperature mai viste prima

Punte di 18,3 gradi.Scienziati temono danni per piante e animali

Redazione ANSA SYDNEY
(ANSA) - SYDNEY, 31 MAR - E' caldo record in Antartide. Sono state registrate temperature mai viste prima tanto che gli scienziati temono danni a lungo termine per piante, animali ed ecosistemi. Massime e minime estreme sono state rilevate dal 23 al 26 gennaio presso la stazione australiana di ricerca di Casey nell'est dell'Antartide, classificate come un'ondata di calore. La temperatura nell'Antartide settentrionale ha toccato quasi i 18,3 gradi Celsius mentre temperature record sono state riportate anche nella penisola antartica. Le minime alla stazione di Casey erano superiori a zero mentre le massime erano superiori a 7,5 gradi. Il massimo più alto registrato è stato di 9.2 gradi il 24 gennaio, quasi di 7 gradi più del massimo medio per la stazione. La mattina dopo il record per il minimo più alto: 2,5 gradi. Lo studio, pubblicato sul Global Change Biology da un team internazionale, tra cui le Università australiane di Wollongong e della Tasmania e della Divisione antartica australiana, descrive l'impatto sugli ecosistemi. "La maggior parte della vita esiste in piccole oasi prive di ghiaccio in Antartide e dipende in gran parte dallo scioglimento della neve e del ghiaccio per il loro approvvigionamento idrico", scrivono gli studiosi. "Le inondazioni da scioglimento possono riversare acqua in maggiore quantità in questi ecosistemi, causando una crescita e riproduzione maggiori di muschi, licheni, microbi e invertebrati. Esondazioni eccessive possono sopprimere le piante e alterare la composizione delle comunità di invertebrati e dei tappeti microbici". Temperature più elevate possono anche causare stress termico in piante e animali che si sono adattati alle fredde condizioni antartiche, aggiungono. Saranno necessari ulteriori studi per comprendere il pieno impatto dell'ondata di calore, ma gli studiosi ritengono che il clima più caldo sia legato a un restringimento del buco dell'ozono alla fine del 2019, che ha indebolito i venti occidentali, permettendo ad aria più calda di raggiungere regioni che prima erano riparate.

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