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Imbarazzo Tillerson, 'Exxon mentì su climate change'

Secondo studio Harvard colosso ha ingannato pubblico per 40 anni

Redazione ANSA
Il passato da supermanager torna a imbarazzare Rex Tillerson, l'uomo che Donald Trump ha scelto per guidare la diplomazia americana. La Exxon Mobil - il gigante petrolifero di cui l'attuale segretario di stato Usa e' stato Ceo - gia' a luglio era stata multata con 2 milioni di dollari per aver violato le sanzioni contro la Russia. Ora emerge che avrebbe ingannato per 40 anni l'opinione pubblica sui rischi legati ai cambiamenti climatici. Le conclusioni sono quelle di uno studio condotto da alcuni ricercatori dell'università di Harvard. Studio in cui si sottolinea come dietro le quinte i responsabili di Exxon fossero in realtà consapevoli dei pericoli crescenti.

La replica del colosso texano non si e' fatta attendere. La pubblicazione scientifica e' stata bollata come "inaccurata e insensata". L'accusa mossa ai ricercatori e' durissima, quella di essere stati pagati. Ma questi ultimi ribattono come lo studio si basi su un'ampia documentazione. Quasi 200 comunicazioni pubbliche e private (lettere, email, messaggi pubblicitari) dal 1994 in poi. Tutte carte aventi per oggetto la delicata questione dei cambiamenti climatici. E dalle quali emerge come la societa' piu' negava o attenuava in pubblico le conseguenze dannose del climate change, piu' in privato era consapevole e preoccupata dai danni provocati da tale fenomeno. Con l'80% dei documenti 'interni' studiati che attestano come i cambiamenti climatici siano anche causati dall'uomo. Una tesi che all'interno dell'amministrazione Trump viene da piu' parti negata, a partire dalla Casa Bianca.

L'atteggiamento ambiguo di Exxon sul tema non e' comunque una novita', visto che il procuratore generale di New York Eric Schneiderman gia' a suo tempo accuso' Tillerson di utilizzare - quando era Ceo del gruppo - addirittura uno pseudonimo ('Wayne Tracker') per inviare email interne relative alla tematica del climate change.

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