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Le foreste di alghe resistono ai cambiamenti climatici

Ma in Australia è allarme predatori

Redazione ANSA ROMA
(ANSA) - ROMA, 15 NOV - Le foreste di kelp, una famiglia di alghe che annovera specie in grado di crescere verticalmente anche di decine di centimetri al giorno, negli ultimi 50 anni hanno resistito ai cambiamenti di clima e di altri fattori ambientali, ma il loro declino non è scongiurato per via di alcune minacce 'locali', specifiche di certi punti del globo rispetto ad altri. A questa conclusione arriva uno studio internazionale pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas). Un allarme degli scienziati riguarda l'Australia, dove il riscaldamento delle acque ha reso più voraci i pesci che nuotano tra i kelp e che si nutrono di alghe.

Al pari delle foreste della superficie terrestre, quelle di kelp rappresentano un importante tassello per l'equilibrio degli ecosistemi marini: contribuiscono alla pesca, al ciclo dei nutrienti, alla protezione delle coste. Garantiscono attività per un valore di miliardi di dollari ogni anno, spiegano gli scienziati. Lo studio ha coperto 34 regioni del pianeta monitorate negli ultimi 50 anni e ha evidenziato complessivamente importanti capacità di resistenza dei kelp ai mutamenti ambientali. Tuttavia c'è un limite alla loro capacità di recupero. Degli ecosistemi presi in esame il 38% è risultato in declino, il 27% in recupero e il 35% non mostrava segni di cambiamento. Su scala globale si registra un declino dell'1,8% annuo.

Preoccupano alcuni casi specifici. Ad esempio quello delle foreste di kelp in Australia. Gli scienziati hanno riscontrato un aumento della voracità - per via del riscaldamento negli oceani - nei pesci che si nutrono di alghe. Fattore che ha contribuito al declino dei kelp al largo del New South Wales, vicino Coffs Harbour. Una tendenza documentata con un'analisi di video subacquei che coprono un periodo di 10 anni, tra il 2002 e il 2012.

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