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Fondo verde, le azioni per aiutare i Paesi poveri

Da energia a sicurezza alimentare, a cosa servono i 100 miliardi

Redazione ANSA

di Laura Giannoni
Assicurarsi che la crescita economica dei Paesi poveri non poggi sul carbone come in Occidente, e fare in modo che gli effetti del surriscaldamento terrestre non colgano le persone impreparate e vulnerabili. I soldi che gli Stati ricchi si sono impegnati a dare alla parte meno fortunata del Pianeta servono a questo: opere di mitigazione e di adattamento al cambiamento climatico. Figura centrale è il Fondo verde per il clima, istituito alla Cop16 di Cancun nel 2010 e arrivato a elargire i primi contributi (168 milioni di dollari) solo poche settimane fa, in tempo per l'apertura della Cop21. Nelle intenzioni, il Fondo dovrebbe raccogliere 100 miliardi di dollari al 2020. L'anno scorso è arrivato alla cifra di 10 miliardi, fatti più di promesse che di contanti.

L'auspicio è che a Parigi si giunga a definire una strada chiara e certa per mettere insieme i fondi, anche perché da questo passa il sì all'accordo sul clima di Paesi come l'India e delle isole - dalle Bahamas alle Fiji - che con l'innalzamento del livello del mare rischiano di essere cancellate dall'atlante. Alcuni impegni in questo senso sono già arrivati prima della Cop. Il neopremier canadese Justin Trudeau ha promesso 2,65 miliardi dollari; Barack Obama 3 miliardi (ma deve passare dal Congresso). A Parigi 11 paesi, tra cui l'Italia, hanno annunciato un contributo di 248 milioni di dollari al Fondo per i Paesi meno sviluppati, che fa sempre capo alla Convenzione Onu sul clima. Germania, Norvegia, Svezia e Svizzera hanno messo sul piatto 500 milioni. Il nostro ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti oggi ha confermato i 4 miliardi annunciati dal premier Renzi in "attività di cooperazione per il clima che si realizzano in altri Paesi". Parte va al Fondo Verde.

Nella girandola di annunci, il Fondo mette nero su bianco a cosa servono le risorse economiche. In primis per l'energia, che rappresenta il 35% delle emissioni globali di gas serra. Nei Paesi meno sviluppati oltre 1 miliardo di persone non ha accesso all'elettricità: per fornirgliela, da fonti pulite, servirebbero 50 miliardi di dollari all'anno. I trasporti generano il 13% dei gas climalteranti, percentuale destinata a crescere. Intervenire è costoso, ammette il Fondo, ma dà ritorno economico. Aumentare l'efficienza energetica di edifici ed elettrodomestici può far risparmiare fino a 4 miliardi di tonnellate di CO2 all'anno, cui si aggiungono 7,5 miliardi di tonnellate nell'industria. C'è poi il capitolo dell'adattamento. È necessario investire in opere di protezione, ad esempio contro le inondazioni, mettere in sicurezza i sistemi idrici e l'agricoltura, le infrastrutture e gli ecosistemi. I capitoli di spesa non mancano. A mancare, per ora, è la certezza delle risorse.

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