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Lipu, deriva venatoria Regioni non più accettabile

"Colpite specie a rischio, competenza caccia passi all'Ambiente"

Redazione ANSA ROMA

"Almeno sette specie di uccelli in cattivo stato di conservazione, e in alcuni casi a rischio globale, sono state oggetto di una lunga stagione di abbattimenti, con pochissime accortezze assunte dalle regioni.

Un fatto che tradisce la deriva filovenatoria, non più accettabile, di chi amministra la materia in Italia". Lo dichiara la Lipu-BirdLife Italia nel giorno di chiusura della stagione venatoria 2018/19, che è partita con le preaperture di settembre e avrà una coda di 10 giorni in alcune regioni.

"I calendari venatori non hanno fatto sconti a specie come la coturnice, la tortora selvatica, la pavoncella, il tordo sassello e il moriglione, che la lista rossa dell'Iucn classifica come minacciate globalmente. Nemmeno l'allodola e la pernice bianca hanno avuto sorte migliore: due specie che soffrono di una profonda crisi dei rispettivi habitat (agricoli e di montagna), ma sulle quali insiste tuttora una pressione venatoria insostenibile".

"Nessuna o pochissime accortezze sono state assunte dagli assessorati regionali alla caccia e all'agricoltura, ai quali è oggi assegnata la competenza. Quest'ultimo è uno dei più seri problemi: la tutela della specie è affidata agli uffici "venatori" e così messa in subordine rispetto all'interesse dei cacciatori. E' tempo che l'architettura gestionale della materia venatoria sia ricondotta nell'ambito costituzionalmente e tecnicamente opportuno. A livello regionale la competenza deve passare agli Assessorati all'Ambiente, ma il ragionamento va esteso anche a livello nazionale".

Cacciatori, i decessi sono stati 12. Sono 12 i decessi accertati durante la stagione della caccia 2018-19 (dal 1/o settembre 2018 al 30 gennaio 2019), con una diminuzione del 33% rispetto a quella precedente. Gli incidenti mortali che hanno coinvolto i cacciatori sono stati 10 (83% del totale), mentre quelli che hanno coinvolto i non cacciatori sono stati 2 (17% del totale).

Lo rende noto in un comunicato la Cabina di regia unitaria delle associazioni venatorie, formata da Federcaccia, Enalcaccia, AnuuMigratoristi, Arcicaccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Italcaccia, Ente Produttori di Selvaggina, e dal Comitato Nazionale Caccia e Natura (CNCN).

Durante lo stesso arco temporale i feriti sono stati 50, con un calo del 17% rispetto al 2017-18. I ferimenti dell'ultima stagione hanno coinvolto per il 74% dei casi cacciatori (37 feriti) e per il 26% dei casi non cacciatori (13 feriti).

La Cabina di Regia ribadisce come "anche un solo decesso durante la caccia sia inaccettabile, e si impegna a continuare le capillari attività di sensibilizzazione sulla sicurezza, che negli ultimi anni hanno portato ad un costante calo degli incidenti, nonostante campagne informative ideologicamente avverse abbiano generato una distorta percezione del tema".

"I cacciatori italiani - aggiunge la nota - nel periodo in cui è consentita l'attività venatoria, rigidamente regolata e sostenibile dal punto di vista scientifico, sono impegnati quotidianamente a tutela della biodiversità, gestendo territorio, ambiente e fauna, vigilando contro il bracconaggio, operando al servizio delle pubbliche amministrazioni a titolo gratuito in operazioni di controllo e ripristino ambientale.

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