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Ong animaliste, inserire limiti a caccia in Dl Sicurezza

Dopo il ferimento di un bambino nell'Anconetano

Redazione ANSA ROMA

ROMA - Le associazioni animaliste Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf in un comunicato si dicono "sgomente per l'ennesimo 'incidente' venatorio nell'anconetano di cui è rimasto vittima un bambino di dieci anni, ferito da numerosi pallini da caccia". Per questo "lanciano un forte appello al Parlamento e al governo affinché intervengano tempestivamente" e propongono una serie di interventi da inserire nel "Decreto Sicurezza", in votazione il 5 novembre al Senato.

Enpa, Lac, Lav, Lipu e WWF chiedono ai senatori di intervenire "vietando il coinvolgimento dei minori nell'attività venatoria; introducendo il divieto di sparare la domenica, giornata in cui famiglie e bambini frequentano campagne e boschi, ma anche prevedendo controlli adeguati sulle condizioni psico-fisiche dei cacciatori. I permessi per la detenzione di armi da caccia dovrebbero essere rinnovati non più ogni cinque anni - come stabilisce l'attuale normativa - ma ogni tre sino al compimento del 65mo anno d'età e con cadenza annuale fino al 75mo anno d'età. Al compimento del quale il cacciatore deve essere obbligato ad appendere la "doppietta" al chiodo".

"Chiediamo inoltre - proseguono Enpa, Lac, Lav, Lipu e WWF - che siano aumentate le distanze di sparo da abitazioni, luoghi di lavoro, strade e ferrovie, minacciati da armi sempre più potenti; che le carabine non siano affidate a giovani sotto i 25 anni; che i turisti siano liberi di godere le vacanze e dunque che anche nella caccia di selezione i fucili tacciano nei mesi primaverili ed estivi; che il mese di settembre, ormai alta stagione per l'economia basata sul turismo rurale, sia esente da ogni forma di spari".

Brambilla (FI), introdurre reato di omicidio venatorio. "Dato che questo governo afferma di aver a cuore la sicurezza dei cittadini, mandiamo in carcere chi uccide o ferisce una persona mentre caccia per divertimento. Ho appena depositato una proposta di legge per introdurre, sul modello dell'omicidio stradale, il reato di omicidio venatorio, con la fattispecie collegata di lesioni gravi o gravissime procurate durante l'esercizio della caccia, anche in forma non consentita". Lo ha detto la deputata di Forza Italia Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento Animalista e della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, commentando il caso del bambino di Osimo (Ancona), colpito ieri da alcuni pallini da caccia. "Quando si tratta di caccia - aggiunge l'ex ministro - certe forze politiche fanno sconti, anche in tema di sicurezza. Siamo stanchi della sostanziale indifferenza, quando non si tratta di vera e propria connivenza con cui le autorità competenti, dalle Regioni ai ministeri, assistono allo stillicidio di morti e feriti, anche persone di minore età, provocate dalle doppiette dei cacciatori. E' ora di dire basta". "Allo scopo - prosegue Brambilla - non solo propongo di prevedere, a questo punto per legge, con un progetto che ho già scritto, il silenzio venatorio il sabato e la domenica, una stretta nelle concessioni delle licenze di porto d'armi per uso "sportivo" o di caccia insieme a controlli medici annuali, ma anche i reati di omicidio venatorio, lesioni gravissime e gravi. Chi spara nelle campagne e nei boschi e colpisce una persona dev'essere punito più gravemente di chi commette un "normale" omicidio colposo, proprio perché il cacciatore tiene legittimamente in mano un'arma letale. In analogia con l'omicidio stradale, la pena base ipotizzata è fino a 7 anni di reclusione. In aggiunta, sono previste numerose circostanze aggravanti".

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