Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Enpa a Enel, animali annegano nei bacini, servono recinzioni

A Serra San Quirico (Ancona) affogati numerosi caprioli

Redazione ANSA ROMA

ROMA - Mettere in sicurezza i bacini idroelettrici e i canali di convogliamento in tutte le aree a rischio. Lo chiede la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, alla presidente dell'Enel, Patrizia Grieco, dopo i ripetuti incidenti verificatisi nell'impianto di turbine Enel di Serra San Quirico di Serra (Ancona), dove numerosi animali - caprioli ma non solo - sono morti affogati.

"Quella di San Quirico, ma sappiamo di situazioni pericolose anche in altre aree del Paese, è un'emergenza che si protrae ormai da troppo tempo - scrive Rocchi -. Volontari Enpa, autorità di polizia, protezione civile sono spesso dovuti intervenire per salvare caprioli, daini, ricci, istrici, persino cani e gatti, che, attirati dall'acqua, cadono nei canali e vengono trascinati nei bacini dove le turbine sono in azione".

"Per loro, il più delle volte non c'è scampo, perché né gli argini né il fondale, privi di appigli, permettono di tornare a riva - prosegue Rocchi -. E così molti di loro muoiono stremati con una terribile agonia nel tentativo di salvarsi; altri, invece, rinunciano a ogni lotta e si lasciano affogare. Abbiamo segnalato il problema anche al Comune, ma non hanno fatto nulla".

"Eppure una soluzione c'è ed è a portata di mano - conclude Rocchi -. Basterebbe soltanto un po' di buona volontà per ripristinare le recinzioni. Recinzioni che o sono state danneggiate dai pescatori abusivi, oppure sono su alcuni tratti del tutto assenti. Insomma una evidente situazione di pericolo non soltanto per gli animali, ma per le persone, residenti e turisti".

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA