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Università Pisa 'cataloga' comportamenti 'calmanti' dei cani

Girare testa o leccarsi naso, segnali che si scambiano tra loro

Redazione ANSA PISA

PISA - Girare la testa, leccarsi il naso, immobilizzarsi, farsi piccoli o sollevare la zampa anteriore: sono questi alcuni dei segnali 'calmanti' che i cani domestici si scambiano fra loro per inibire eventuali comportamenti aggressivi. A individuarli in modo specifico attraverso uno studio sperimentale pubblicato sul Journal of Veterinary Behavior è stato un gruppo di ricercatori dell'Università di Pisa composto da Chiara Mariti, Caterina Falaschi, Marcella Zilocchi, Claudio Sighieri, Asahi Ogi e Angelo Gazzano.

"Alla fine degli anni '80 - spiega Chiara Mariti - una dog trainer norvegese, Turid Rugaas, aveva già descritto come segnali calmanti alcuni comportamenti emessi dai cani domestici, in base a osservazioni da lei effettuate sul campo ma la nostra ricerca è la prima che studia questi comportamenti secondo una metodologia scientifico-sperimentale per valutarne la funzione comunicativa e calmante".

La sperimentazione ha coinvolto 24 cani, 12 femmine e 12 maschi, di cui sono stati analizzati i comportamenti durante l'interazione con altri esemplari, cani conosciuti e sconosciuti di entrambe i sessi. In totale i ricercatori hanno osservato 2.130 segnali calmanti, la maggior parte dei quali emessi durante gli incontri fra cani sconosciuti. Girare la testa, leccarsi il naso, immobilizzarsi e allontanarsi sono risultati i comportamenti più frequenti quando i cani non si conoscevano, mentre leccare la bocca dell'altro si verificava soprattutto con cani conosciuti. In generale, sottolinea l'ateneo, "nessuno dei 109 comportamenti aggressivi osservati dai ricercatori è stato preceduto dall'emissione di segnali calmanti e anche nel caso di interazioni ostili l'emissione di segnali calmanti ha quasi sempre portato quasi sempre a una riduzione dell'aggressività".

E' poco frequente nel mondo cinofilo, aggiunge Mariti, "ricorrere al metodo scientifico mentre in questo caso abbiamo testato scientificamente un'ipotesi basata su osservazioni e aneddoti, che rappresenta una novità da ripetere per rendere attendibili le teorie su cui ci basiamo per interpretare il comportamento del cane". 

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