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Dalla nutria alla vespa velutina, le specie invasive in Italia

Redazione ANSA

Nutria (Myocastor coypus)
Origine: Originaria del Sud America, è presente dal Paraguay e dalla Bolivia centrale e meridionale fino alla Terra del Fuoco. A partire dai primi anni del 1800 si è sviluppata una richiesta della sua pelliccia, detta "pelliccia di castorino", che ha portato ad un forte declino della specie nel suo areale originario dovuta all’intensa attività venatoria. Agli inizi del Novecento ssono quindi stati avviati allevamenti intensivi che ben presto si sono diffusi anche in altre parti del mondo. Individui fuggiti da queste aree o introdotti deliberatamente si sono stabiliti negli Stati Uniti, Canada e successivamente in Europa in vari paesi quali Inghilterra, Francia, Italia, Paesi Bassi, Scandinavia, Germania fino all’Asia minore, al Caucaso, all’Asia centrale e al Giappone.
Effetti: È stata inserita nell'elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo stilato dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Nelle zone densamente popolate può portare alla drastica riduzione di piante acquatiche causando gravi squilibri all’ecosistema locale. Determina gravi danni all’agricoltura. L’attività di scavo delle tane indebolisce gli argini dei corsi d’acqua aumentando il rischio di esondazioni.
Dove si trova in Italia: le prime importazioni risalgono al 1928, ma gli allevamenti sono fioriti soprattutto negli anni’60-80; attualmente la specie è distribuita in gran parte del centro Italia e della Pianura Padana. Nel sud Italia e nelle principali isole, la presenza della specie è più localizzata, con l’eccezione del sud della Sardegna in cui la specie è già abbastanza diffusa.

Scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis)
Origine: Originario del Nord America è stato introdotto in varie parti del mondo come pet. In Europa è arrivato alla fine del XIX secolo (in gran Bretagna in più di 30 siti dal 1876); L'Italia ospita le uniche colonie di scoiattolo grigio presenti nell'Europa continentale. La prima introduzione è avvenuta in Piemonte a metà del secolo scorso ed ora la specie è presente con diverse popolazioni in 6 diverse regioni.
Effetti: È stato inserito nell'elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo. Lo scoiattolo grigio compete con lo scoiattolo rosso, la specie autoctona europea, causandone l’estinzione nelle aree di sovrapposizione. Lo scoiattolo grigio è più grande della specie autoctona e più abile a procurarsi il cibo, oltre ad essere immune alla sifilide degli scoiattoli, una malattia che invece colpisce gli animali autoctoni. Senza l'intervento dell'uomo, lo scoiattolo rosso è destinato all'estinzione. Lo scoiattolo grigio ha impatti sugli ambienti forestali, perché scortecciando gli alberi li indebolisce e li rende più vulnerabili a insetti e funghi. Anche l'agricoltura paga il suo prezzo a questa specie, che danneggia i frutteti in particolare i noccioleti.
Dove si trova in Italia: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Umbria e Toscana.

Testuggine palustre americana (Trachemys scripta)
Origine: Originaria dell'America settentrionale (Stati Uniti, Messico orientale, Yucatan e bassa California), del Centro America (Guatemala, Honduras, Belize, El Salvador e Panama) e delle regioni nord-occidentali dell'America meridionale (Colombia e Venezuela), è da anni uno dei rettili più commercializzati al mondo, ed è presente dall’Asia, ai Caraibi, Israele, Bahrein, Sud Africa e in molti paesi europei. In Francia e in Italia è diffusa su tutto il territorio nazionale, in particolare nelle grandi città.
Effetti: è stata inserita nell'elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo. Questa testuggine compete con la testuggine palustre autoctona (Emys orbicularis), segnalata come in forte diminuzione, sia per il cibo che per il territorio.
Dove si trova in Italia: Introdotta negli anni ’70 è ormai diffusa sul nostro territorio e sta via via soppiantando la specie di casa, Emys orbicularis. Si stima che in Italia ogni anno giungano circa 900.000 testuggini invasive che determinano l’amplissima diffusione di questa specie nei corsi d'acqua e nelle fontane e laghi dei parchi pubblici d’Italia. Dal 1997 l'Unione Europea ha sospeso l'importazione nel territorio comunitario di una sottospecie di Trachemys scripta.

Calabrone asiatico (Vespa velutina nigrithorax)
Origine: Originario del sud-est asiatico, è ampiamente diffuso in India, Indocina, Cina e Giava. Nel 2005 è stato accidentalmente introdotto in Francia del sud da cui si è poi diffuso in Spagna, Portogallo, Belgio e, a partire dal 2012, in Italia.
Effetti: è un temibile predatore che si nutre in gran parte di api. Per questo rappresenta una seria minaccia per le api mellifere europee che, a differenza delle cugine asiatiche, non hanno evoluto gli adattamenti necessari a difendersi dagli attacchi di questo calabrone. Quando un alveare viene attaccato, le api asiatiche infatti attuano un’efficace strategia di difesa sviluppata in millenni di coevoluzione: molti individui si avvinghiano a un singolo calabrone agitando velocemente i muscoli alari, in modo da riscaldarlo fino a “cuocerlo” letteralmente. Le nostre api mellifere, che fino a pochi anni fa non erano mai state a contatto con questo predatore, sono invece del tutto impreparate ad affrontarne gli assalti. Pochi calabroni sono in grado di devastare un intero alveare in pochissimo tempo.
Dove si trova in Italia: Allo stato attuale la specie è nota in Piemonte e Liguria, ma si prevede che potrà progressivamente diffondersi in tutta Italia.

Panace di Mantegazzi o Panace gigante (Heracleum mantegazzianum)
Origine: Originaria del Caucaso, è stata importata in Europa alla fine del XIX secolo come pianta ornamentale ed è oggi estesa a tutta l’Europa settentrionale e centrale, compresi il Regno Unito e alcune località dell'Islanda
Effetti: È una pianta molto pericolosa per l'uomo. Produce una linfa che rende la pelle estremamente sensibile ai raggi ultravioletti. Se la pelle entra in contatto con la linfa, e si è esposti alla luce solare, si possono determinare ustioni anche mortali. Piccole quantità di linfa negli occhi possono causare cecità temporanea o anche permanente. Oltre alla pericolosità per l’uomo questa pianta minaccia la biodiversità provocando il deperimento e la distruzione della vegetazione indigena.
Dove si trova in Italia: È già presente nelle regioni alpine e subalpine: Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto ed Emilia-Romagna e cresce facilmente anche lungo i fiumi.

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