In occasione della Giornata mondiale del tonno che ricorre oggi, il Pew Charitable Trusts diffonde un report in cui stima in oltre 42 miliardi di dollari il contributo annuo di questo pesce all'economia globale. Gli esperti hanno preso in esame le sette specie di tonno più importanti dal punto di vista commerciale catturate nel 2012 e 2014, e hanno calcolato che ai pescatori è stata pagata una somma tra i 10 e i 12 miliardi di dollari all'anno complessivamente. L'intero valore, compresa la vendita ai consumatori finali in pescherie, supermercati e ristoranti, ammonta a oltre 42,2 miliardi.
Tra gli oceani, quello più redditizio è il Pacifico, dove l'industria del tonno ha avuto un valore di 22 miliardi nel 2014. Tra le specie di tonno, invece, vince per volumi il tonnetto striato, quello che finisce in lattina. La specie più pregiata e costosa è però il tonno rosso, che genera tra i 2 e i 2,5 miliardi di dollari all'anno.
"Il valore del tonno a livello globale è superiore al prodotto interno lordo di almeno 108 Stati del mondo", dice Amanda Nickson, responsabile del Pew per la conservazione del tonno. "Considerati i vantaggi per le economie costiere - aggiunge - il tonno è un bene che ogni governo dovrebbe impegnarsi a proteggere".
Il punto è conciliare l'economia con la conservazione, considerando che molte specie, a cominciare dal tonno rosso del Pacifico, sono sovrasfruttate. "Benefici economici a breve termine spesso dettano le decisioni, ma ci sarebbe molto più valore in una gestione responsabile e lungimirante", evidenzia Nickson, secondo cui "i governi responsabili della supervisione devono rimuovere le barriere che bloccano l'adozione dei limiti di pesca suggeriti dalla comunità scientifica e di strumenti moderni di gestione".
