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Presentazione del 2° rapporto Ecomedia

Redazione ANSA

Il think tank istituito da Pentapolis Onlus, in collaborazione con l’Università Lumsa e Osservatorio di Pavia, presenta i risultati del rapporto 2015 sulla copertura delle notizie ambientali da parte dei principali media italiani. Obiettivo: evidenziare livello e qualità delle notizie trattate e fornire indicazioni per aumentare la consapevolezza dell'opinione pubblica sui temi ecologici.

Il surriscaldamento globale si acuisce, i tempi per prendere provvedimenti che possano mitigare i danni da cambiamenti climatici si riducono, i decisori politici si trovano a fare i conti con emergenze ambientali sempre più frequenti (e sempre più costose): ma quanto conta davvero l'ambiente nelle scelte editoriali di giornali, radio, tv e testate online? La domanda è cruciale perché un'adeguata informazione ambientale è il solo mezzo per aumentare la consapevolezza e l'interesse dell'opinione pubblica su tali tematiche. Per questo, anche quest'anno, l'Osservatorio Eco Media, think tank istituito da Pentapolis Onlus in collaborazione con l'Università Lumsa e l'Osservatorio di Pavia, ha realizzato il suo Rapporto “L'informazione ambientale in Italia”. L'analisi, giunta alla 2a edizione, sarà presentata ufficialmente alle 9.30 del 27 novembre prossimo, nella sede dell'università Lumsa di Roma, via di Porta Castello, 44. “L'Osservatorio Eco-Media – spiega Massimiliano Pontillo, presidente Pentapolis Onlus – vuole offrire una fotografia di come oggi i temi ecologici vengono effettivamente coperti dai media, per stimolare sia il sistema mediatico ad aumentare livello e qualità delle coperture offerte sia il decisore pubblico. Ma vogliamo anche dare indicazioni ad associazioni e imprese su quali sono gli aspetti dei fatti ambientali che maggiormente riescono a essere trasformati in notizia”.

Per illustrare e commentare i risultati del 2° Rapporto interverranno tra gli altri Bernardo De Bernardinis, Presidente di ISPRA, Stefano Mosti, presidente dell'Osservatorio di Pavia; Walter Ganapini, membro onorario Agenzia Europea dell'Ambiente; Raffaele Lorusso, segretario generale FNSI; Marco Frey, presidente Fondazione Global Compact Network Italia; Diego Crivellari, deputato, Componente IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni; Alfonso Cauteruccio, presidente dell'associazione di giornalismo ambientale Greenaccord Onlus; Fulvio Rossi, Presidente CSR Manager Network, Carlo Maria Medaglia, Capo segreteria tecnica Ministero dell'Ambiente. “Troppo spesso il ruolo dell’informazione ambientale – dichiara Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde - si limita alla diffusione di notizie su emergenze e calamità naturali senza analizzare i grandi temi ecologici. Oppure, peggio, si banalizza la comunicazione dell'impegno verde nel tener pulito un sentiero o una strada. Lo spazio dedicato alle green news è sempre più marginale, come se l’inquinamento, i cambiamenti climatici, le trivellazioni petrolifere e l’uso di OGM in agricoltura non fossero cronaca o argomenti da trattare sui principali quotidiani o tv nazionali. Anche i grandi risultati raggiunti dalla green economy come la crescita di lavori verdi, il record raggiunto dalle rinnovabili e i dati positivi sull’ecoturismo sono del tutto assenti. Serve un’azione congiunta tra istituti di ricerca, esperti e media per una corretta divulgazione scientifica delle questioni ambientali”. Già nella prima edizione del Rapporto, nella quale l'attenzione dell'Osservatorio Eco-Media si era concentrata sulle coperture dei temi ambientali effettuate da Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa e Il Sole 24 Ore, era emerso che appena il 9% degli articoli era costituito da approfondimenti, dossier e inchieste. Quasi il 60%, invece, presentava un taglio cronachistico fortemente legato a incidenti, disastri, calamità naturali. E in un articolo su due la tematica ambientale era trattata in maniera solo marginale, messa in secondo piano rispetto alla stringente attualità.

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